Ieri ha aperto il Festival di Sanremo, oggi commenta in conferenza la sua esibizione. Irene Grandi è sciolta con i giornalisti, anche quando si tratta delle voci che volevano Vasco Rossi (co-autore del testo della sua “Finalmente io”) direttore artistico della kermesse: “Non ha bisogna di farsi pubblicità”. Poi racconta: “Noi siamo amici di lunga data, in questi anni abbiamo continuato a sentirci, nonostante io mi sia dedicata a progetti anche molto diversi dal mio solito stile. Nel 2018 gli ho chiesto di scrivermi un pezzo, questo, che poi è arrivato a fine 2019”.
Ma che significa “Finalmente io”? “Racconta dei momenti in cui ci si gode il presente, ci si sente realizzati, al centro di se stessi”. E allora un testo quasi autobiografico, ma scritto da un altro (Vasco), come è nato? “Credo dipenda dai segnali che io ho dato al mondo. E in ogni caso, dal momento in cui lo interpreto, è come se diventasse ‘mio’: non sento distacco dal pezzo solo perché, magari, l’ha scritto qualcun altro”.
Poi, dopo il testo e la melodia, Irene Grandi ha pensato all’arrangiamento: “Con Celso Valli abbiamo deciso di puntare sugli archi, virando verso il pop-rock. Chiaro: ci sono anche le chitarre acustiche, un must della mia produzione”.
Certezze e novità, insomma. Con “La tua ragazza sempre”, Grandi aveva partecipato a Sanremo nel 2000. Guardandosi indietro, cos’è cambiato? “All’epoca era più un cercare di piacere agli altri, adesso sono concentrata sui miei limiti, sul superarli. Sul piacere, in sintesi, a me stessa. La conoscenza di sé è uno studio che dura una vita”.