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Iraq, il governo avanza
nei territori del Kurdistan
Stati Uniti per il dialogo

Baghdad contro l'indipendenza curda

Ripresi Sinjar e alcuni pozzi di greggio

di Giordano Contu17 Ottobre 2017
17 Ottobre 2017

epa06270120 A convoy of Iraqi military trucks flying religious Shiite flags and Iraqi national flag as they advance into the central of Kirkuk city, northern Iraq, 16 October 2017. Media reports state that, the Iraqi military troops took over large areas from Kurdish Peshmerga militants without fighting, while an Iraqi military source announced that the Iraqi forces took several positions south of Kirkuk from Kurdish forces, including the North Gas Company station, a nearby processing plant and the industrial district south of the city. Thousends of Kurds families left the city due the fighting between Shiite militias and groups of Kurdish gunmen in southern the city, a local official said. EPA/AFAN ABDULKHALEQ

Le forze governative dell’Iraq avanzano ancora, sottraendo altro terreno alle milizie curde Peshmerga. Dopo aver occupato ieri la capitale Kirkuk, oggi l’esercito del presidente Fuad Masum ha riconquistato città e pozzi di petrolio. L’avanzata di Baghdad punta ad assicurarsi il controllo del territorio dopo il referendum indipendentista del Kurdistan. Gli Stati Uniti cercano il dialogo e non si schierano.

Diplomazia a Sinjar. Come Kirkuk, la città è tra le aree contese tra il governo centrale di Baghdad e i curdi. Le milizie sciite filo-governative hanno occupato questa mattina Sinjar. Il tutto è avvenuto senza combattimenti. Un successo di diplomazia nato dall’accordo stretto fra i vecchi occupanti, gli yazidi inquadrati nei Peshmerga curdi, e i combattenti vicini alle milizie sciite di Hashid Shaabim, i filo-governativi vicini all’Iran. La città era oramai accerchiata da maggio, quando le milizie di Masum conquistarono i villaggi intorno.

L’indipendenza del Kurdistan. “Tutte le autorità e i responsabili delle istituzioni devono dimettersi”. Il partito di opposizione curdo, Gorran, chiede l’immediato ritiro da Kirkuk, capoluogo del Kurdistan, delle forze governative irachene e delle milizie sciite filo-iraniane. Questi i suoi principali obbiettivi: le dimissioni del governo del Kurdistan, la formazione del governo unità nazionale, elezioni a novembre.

America per il dialogo. Gli Stati Uniti non si schierano nel conflitto. L’obiettivo è far dialogare le parti. “Non ci schieriamo in questa battaglia”, ha dichiarato il presidente americano Donald Trump. Gli Usa “non avrebbero mai dovuto essere lì”, ha precisato riferendosi all’invasione del 2003. Il Dipartimento di Stato ha fatto appello alla calma. La portavoce Heather Nauert ha parlato di un’America “estremamente preoccupata” per le violenze. “Stiamo lavorando con le parti per incoraggiare il dialogo, ma c’è ancora molto da fare per sconfiggere l’Isis in Iraq”.

Oggi le milizie governative hanno conquistato due importanti siti petroliferi, quelli di Havana e di Bai Hassan, ad ovest di Kirkuk. Già ieri avevano preso il controllo del pozzo petrolifero di Baba Gurgur, a est della capitale.

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