Trentotto morti e più di cento feriti. Il bilancio dell’attentato di questa mattina a Baghdad, capitale irachena, è peggiorato secondo quanto riportato da media panarabi che citano fonti nel ministero degli Interni. La duplice esplosione ad opera di due kamikaze è avvenuta nella centralissima piazza di Tayaran, ad un orario di punta.
Tayaran e Tahrir, due piazza vicine, separate da parco Umma. L’una è un famoso punto d’incontro dei lavoratori a giornata, che come riporta il Corriere.it dovrebbero costituire la maggioranza delle vittime, l’altra ospita ogni venerdì da quattro anni manifestazioni di protesta contro la corruzione e la carenza di servizi pubblici.
Per ora non c’è stata alcuna rivendicazione, sebbene le autorità non possano escludere l’Isis, che più volte è stato l’artefice di un attacco simile, soprattutto nei quartieri sciiti.
Il dolore in Iraq era ancora fresco: solo sabato scorso in piazza Adan, nel nord di Baghdad, alle porte del quartiere sciita di Khadimiya, c’era stato un altro attentato in cui avevano perso la vita 8 persone. Dieci invece i feriti. Il primo dopo diverse settimane di calma.
Quasi un mese e mezzo fa il Primo Ministro iracheno, Haider al-Abadi, aveva dichiarato la fine della guerra nei confronti dell’Isis, che comandava da circa tre anni almeno un terzo del paese. Le forze militari hanno ripreso il controllo sulle principali città e sulla frontiera Iraq-Siria. Nonostante questo, lo Stato Islamico sembra voler continuare a sferrare attacchi, rivendicando la propria potenza.