Avevano detto che avrebbero punito i responsabili dell’aereo ucraino abbattuto e lo hanno fatto. Ha avuto presto un seguito l’annuncio di questa mattina del presidente iraniano, Hassan Rohani, che durante un discorso alla tv di stato di Teheran, ha rivolto un appello alla magistratura persiana, affinché perseguisse i colpevoli dell’errore che lo scorso 8 gennaio, durante l’attacco alle basi militari americane in Iraq, hanno colpito con un missile un aereo di linea ucraino, uccidendo 176 innocenti.
A poche ore dall’annuncio di Rohani è arrivata la risposta del portavoce della magistratura di Teheran, Gholamhossein Esmaili. “L’Iran ha avviato un’indagane a tutto campo sull’aereo ucraino e alcune persone sono state arrestate a questo riguardo nelle ultime 72 ore”, ha spiegato. Non è stato indicato il numero esatto delle persone finite in manette, né la loro identità. Le indagini dei giudici persiani, portate avanti in collaborazione con lo stato maggiore dell’esercito nazionale, l’Organizzazione per l’aviazione civile e altre organizzazioni che si occupano di attacchi cibernetici ed elettronici, hanno portato all’individuazione dei possibili colpevoli, attraverso l’interrogatorio di molti tra quelli coinvolti nei fatti dell’8 gennaio.
Per ottenere maggiori informazioni sulla dinamica dell’incidente, Teheran ha acconsentito all’invio delle due scatole nere del Boeing in Francia, paese costruttore dei motori dell’aereo abbattuto, dove una squadra di esperti ne esaminerà il contenuto.
“Se non ci fosse stata un’escalation di recente nella regione, quei canadesi sarebbero ora a casa con le loro famiglie. Ciò accade quando si hanno conflitti e la guerra. Gli innocenti ne sopportano il peso”, attacca il premier canadese Justin Trudeau. “Gli Stati Uniti prendono le loro decisioni. Cerchiamo di lavorare come comunità internazionale sulle questioni più importanti. Ma a volte i Paesi intraprendono azioni senza informare i loro alleati”.
Intanto continuano le proteste della popolazione iraniana contro le istituzioni locali, per l’abbattimento dell’aereo. Circa 30 dimostranti sono stati arrestati, accusati di aver preso parte a manifestazioni illegali. Teheran smentisce però le voci secondo cui la polizia avrebbe sparato contro i contestatori e alcuni di questi sarebbero già stati rilasciati.