La distanza tra la politica estera dell’Unione Europea e quella dell’amministrazione Trump cresce, aumenta di giorno in giorno. Ora però il divario sembra davvero incolmabile: uno dei cardini dell’azione del dipartimento di Stato Usa, l’uscita dall’accordo sul nucleare iraniano firmato nel 2015, è stato apertamente sfidato proprio dagli alleati, o meglio dagli amici-nemici del Vecchio Continente.
L’Alto Commissario agli Affari Esteri della Ue, Federica Mogherini, giunta a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha consegnato alle telecamere dei media internazionali una dichiarazione destinata a scrivere la storia: “L’Europa rimane impegnata nell’accordo sul nucleare iraniano. E lavora per creare canali speciali di pagamento, in modo che Teheran possa continuare ad esportare il petrolio”.
È l’ufficializzazione della frattura: la linea imposta dalla Casa Bianca, il ritiro unilaterale dallo storico accordo sull’Iran firmato nell’estate del 2015, il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) che aveva posto fine ai venti di guerra nella polveriera mediorientale già in crisi per la guerra civile siriana, è stata rigettata. Da tutte le potenze coinvolte: “Gli Stati membri dell’Ue istituiranno un’entità legale per facilitare transazioni finanziarie legittime con l’Iran”, ha rilanciato la Mogherini, leggendo la dichiarazione congiunta dei 5+1, ovvero Ue, Francia, Germania, Cina, Russia e Iran.
“I partecipanti all’intesa – ha sottolineato l’Alto Commissario – hanno accolto con favore proposte pratiche per mantenere e sviluppare canali di pagamento, in particolare l’iniziativa di istituire una entità legale, lo Special Purpose Vehicle, per facilitare i pagamenti relativi alle esportazioni dell’Iran (compreso il petrolio) e alle importazioni, che assisterà e rassicurerà gli operatori economici che perseguono affari legittimi con Teheran”.
Parlando ai giornalisti in attesa davanti al Palazzo di Vetro a New York, accanto al ministro iraniano degli Esteri, Javad Zarif, Mogherini ha sottolineato con forza che i 5+1 “riconfermano il loro impegno per la piena attuazione dell’accordo”, e che l’Iran ha “continuato ad attuare pienamente i suoi obblighi”. Le aziende dunque “potranno continuare ad avere a che fare con l’Iran nel rispetto delle leggi Ue”, ha concluso il ministro degli Esteri dell’Unione.
Una posizione forte, che prelude al vero e proprio scontro che si prepara in vista del prossimo 4 novembre, quando scatteranno le sanzioni che Washington imporrà a Teheran.