L’Iran è nel caos. Il governo ha deciso di aumentare il prezzo della benzina del 50% in seguito alle sanzioni economiche degli Stati Uniti. Da venerdì è in atto nel Paese una protesta che ha coinvolto 87mila persone in più di cento città, secondo l’agenzia iraniana Mehr.
Soltanto nella giornata di ieri sono state arrestate mille persone e i morti sarebbero più di dieci, compreso un agente di polizia. Nel Paese sono state date alle fiamme o saccheggiate pompe di benzina, negozi e agenzie bancarie.
La guida suprema Ali Khamenei ha attribuito la responsabilità delle proteste ai “banditi” agli ordini dei nemici della Repubblica islamica. Lo Stato “non deve autorizzare l’instabilità nella società”, ha commentato il presidente iraniano Hassan Rouhani.
In merito al sostegno via twitter espresso dal segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ai manifestanti aveva scritto “Gli Stati Uniti sono con voi”, è arrivata una nota dal ministero degli Esteri di Teheran.
Il gesto è stato definito un’ingerenza negli affari interni della Repubblica islamica e un sostegno a quello che è considerato un gruppo di “rivoltosi” anti-governativi. “È curioso che il sostegno venga espresso alle stesse persone che sono sotto la pressione del terrorismo economico dell’America”, aggiunge la nota.
La Casa Bianca ha poi condannato “la forza letale e le rigide restrizioni alle comunicazioni” imposte da Teheran contro i manifestanti. Il riferimento è al blocco del web disposto dal regime.