L’imposta sul reddito delle persone fisiche è di nuovo al centro del dibattito politico, tra possibili modifiche alle aliquote e cambiamenti degli scaglioni. Tutto potrebbe essere rimandato dopo la nuova legge di bilancio, ma i contorni della possibile Irpef 2020 si stanno chiarendo sempre di più. L’attuale sistema di tassazione dovrebbe essere modificato.
La prima ipotesi di riforma riguarda le aliquote, nel segno di una graduale rimodulazione. L’intento è di passare da cinque a tre aliquote per l’Irpef 2020, con il conseguente calo degli scaglioni di imposta, che da cinque diventeranno tre. Nel dettaglio, l’obiettivo è quello di rimuovere le aliquote del 23% e del 27% sostituendole con un’aliquota unica del 20%, applicabile ai redditi fino a 28mila euro.
Si tratterebbe di una riforma molta costosa, con una spesa prevista di circa quattro miliardi di euro per il cambio delle aliquote e di ben venti miliardi di euro per l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. Ai tre scaglioni che nascerebbero dalla riforma dell’Irpef si affiancherebbe anche una no-tax area, che riguarderebbe i redditi intorno agli ottomila euro. L’obiettivo è quello di passare da una rimodulazione delle aliquote a un sistema basato sulla flat tax.
Per realizzare questo obiettivo occorre toccare l’Irpef non soltanto sotto il profilo delle aliquote e degli scaglioni, ma bisogna rivedere anche il sistema delle detrazioni fiscali. L’eventuale modifica passerebbe da due canali: il primo prevede il mantenimento delle attuali detrazioni con una riduzione dell’aliquota, mentre il secondo comporterebbe l’abolizione delle detrazioni fiscali, lasciando immutate le agevolazioni soltanto per l’Ecobonus e per gli interessi su alcuni settori, come la sanità e il lavoro dipendente.
