Otto della mattina, 26 settembre, centinaia di Apple fan in coda per acquistare il nuovo iPhone 6. Hanno passato la notte tra canti, applausi e cori fino al caffè del benvenuto offerto dagli store, poco prima dell’apertura. A Torino la pioggia battente non ha disperso le fila degli appassionati in coda mentre a Roma i fan hanno anche subito un blitz organizzato dai giovani militanti di estrema destra di Blocco studentesco. Lancio di uova e farina, e di un volantino che secondo il responsabile del movimento Fabio Di Martino avrebbe dovuto “risvegliare una gioventù ormai assuefatta”, e che recitava: “Ieri trincea e baionetta. Oggi un iPhone che ti aspetta”.
Non si sono lasciati spaventare i fanatici della “mela”, neppure dallo scalpore improvviso del “bendgate”: il celebre sito MacRumors e alcune recensioni di youtuber ferratissimi su Apple avevano denunciato un’eccessiva flessibilità dell’iPhone 6 plus che, se tenuto diverse ore in tasca, si surriscalderebbe al punto da piegarsi alla minima pressione. Ma l’iPhone 6 plus in Italia è comunque andato a ruba.
Il New York Times nei giorni scorsi aveva lanciato anche un altro grido d’allarme: l’iPhone 6 è “inviolabile e a prova di spia”. E ancora accusava: “I dati sono protetti da un complesso algoritmo matematico generato da un codice creato dai singoli utenti e di cui nemmeno Apple è in possesso. Per violare il codice, secondo i tecnici Apple, potrebbero volerci fino a cinque anni e mezzo per provare tutte le combinazioni alfanumeriche di sei caratteri”.
Se siano voci, illazioni, o denunce che il consumatore deve tenere ben presente ancora non è dato sapere. Apple non risponde, ma riguardo l’eccessiva flessibilità dell’iPhone 6 plus mette tutti a tacere Consumer Reports (associazione indipendente a tutela dei consumatori USA) che ha effettuato test accurati per scoprire se effettivamente l’iPhone 6 Plus si piegasse con troppa facilità. I risultati danno ragione alla Apple, mentre i fanatici della mela possono acquistare tranquilli.
Nicola Stacchietti