Riprenderanno “nei prossimi giorni” le esportazioni di gas dall’impianto di Mellitah: lo dice il presidente della join venture Eni e National Oil Corporation, Abdulfattah Shagan. La fornitura di gas era stata interrotta lo scorso sabato a causa di disordini nei pressi dell’impianto di compressione a ovest di Tripoli.
Il blocco dei rifornimenti. Da sabato sera i cinquecento chilometri di tubature del Greenstream, il gasdotto dell’Eni che attraversa il Mediterraneo e approda a Gela, sono bloccati. E resterà così fino a quando il governo libico non riuscirà a mettere fine agli scontri tra milizie berbere e arabe.
Secondo il vice ministro della Difesa libico Khalid Sharif la situazione tornerà rapidamente alla normalità. Il governo e le milizie avrebbero già raggiunto “un accordo per un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle brigate dalla zona, il rilascio dei prigionieri e la formazione di una commissione per l’attuazione dell’accordo tra le parti”.
La battaglia fra berberi e arabi. Tuttavia rimangono i timori per lo sviluppo della situazione. La battaglia scoppiata tra i berberi di Zuara e gli arabi di Jumyl e Ragdelin è una prosecuzione di quella iniziata nel febbraio del 2011. I berberi si erano ribellati a Gheddaffi, mentre gli arabi erano rimasti fedeli all’ex dittatore libico. Una battaglia che si era riaccesa lo scorso aprile quando i combattimenti paralizzarono Zuara e dintorni. La verità è che in Libia ancora oggi manca un’autorità centrale forte che riesca a tenere l’ordine nella zona. Ed è una situazione che caratterizza tutto il paese.
Ritorno alla normalità. In questo periodo dell’anno la richiesta di gas libico è intorno ai 19,2 milioni di metri cubi al giorno. Lunedì scorso Eni aveva annunciato la ripresa della produzione, ma per il ritorno alla normalità ci vorranno ancora alcuni giorni.
Domenico Mussolino