PECHINO – “Ci opponiamo alle pratiche di tracciare linee basate sull’ideologia, di generalizzare il concetto di sicurezza nazionale e di politicizzare questioni economiche, commerciali e tecnologiche”. La Cina critica la politicizzazione di tecnologia e commercio attraverso le parole del portavoce del ministro degli Esteri cinese, Guo Jiakun, in risposta agli avvertimenti espressi martedì all’”Ai action summit” di Parigi dal vicepresidente americano J. D. Vance.
Il vice di Trump è arrivato in Francia lo scorso 11 febbraio per partecipare al seminario sull’intelligenza artificiale voluto da Emmanuel Macron, dove ha incontrato anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Nel suo intervento di Parigi, Vance ha sostenuto che i “regimi autoritari” stanno cercando di usare l’Ai per un maggiore controllo sui cittadini, mettendo in guardia dai rischi di cooperazione nel settore dato che “collaborare con loro significa incatenare la tua nazione a un padrone autoritario che cerca di infiltrarsi, scavare e impossessarsi della tua infrastruttura informativa”.
La Cina, ha replicato Guo, “ha ripetutamente sottolineato il suo impegno ad abbracciare la trasformazione basata sull’innovazione dell’intelligenza artificiale, valorizzando la sua sicurezza e supportando le imprese nell’innovazione indipendente”. Il portavoce ha poi aggiunto che Pechino, a differenza degli Usa, “aiuta i Paesi in via di sviluppo a rafforzare la loro capacità di crescità”.