Insulti, messaggi d’odio, un profilo social cancellato e accuse di aver favorito lo sviluppo del terrorismo. Il rientro di Silvia Romano in Italia verrà ricordato per la violenza con cui l’opinione pubblica, e non solo, ha accolto il ritorno in patria della giovane ragazza, rapita in Kenya nell’ottobre del 2018 e rientrata pochi giorni fa nel nostro Paese.
L’odio non passa solo attraverso i social, ma arriva anche nelle aule del Parlamento. Questa mattina alla Camera si sono vissuti attimi movimentati, non appena il deputato della Lega Alessandro Pagano ha definito Silvia Romano una “neo-terrorista”. Subito gran parte dell’Aula si è rivolta contro di lui, nonostante gli inviti alla calma della vicepresidente Mara Carfagna.
Subito dopo l’intervento di Pagano ha preso la parola Emanuele Fiano del Partito Democratico, che ha accusato il deputato leghista di aver usato l’Aula “per diffamare e calunniare una persona prigioniera dei terroristi per 18 mesi”. Dello stesso avviso anche Matteo Orfini del Pd, che su Twitter esprime solidarietà a Silvia Romano.
Un parlamentare leghista ha appena definito in aula Silvia Romano una “neo terrorista”.
Loro sono solo dei vecchi razzisti e degli squallidi sessisti.
Solidarietà a Silvia Romano.— orfini (@orfini) May 13, 2020
Il tema “riscatto” tiene banco in Unione Europea, con l’Alto rappresentante Josep Borrell che si esprime sull’eventualità del denaro usato dagli Shabaab per comprare armi: “Questo è un problema, ma non ho altre informazioni”. Pronta la replica del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “A me non risultano riscatti, altrimenti dovrei dirlo”.
Nella vicenda interviene anche la madre della ragazza, che invita tutti a “usare il cervello. Provate voi – ha aggiunto – a mandare un vostro parente per due anni là, poi voglio vedere se non torna convertito”. Mentre si accende il dibattito su Silvia Romano arrivano anche manifestazioni d’affetto sotto la sua dimora milanese, dove si può leggere una frase affissa al portone: “Perdonali Silvia, perché non sanno quale dio pregare”.