Grandi emozioni ieri al teatro del carcere di Pescara per lo spettacolo “Dalle sbarre alle stelle”, diretto dal regista Ariele Vincente. La rappresentazione ha messo in scena la storia di Attilio Frasca, noto per aver ucciso un suo amico nel 2005. La sua storia è ripresa dal libro “Cento Lettere”, scritto da Fabio Masi e dallo stesso Frasca, nel quale si dà risalto al rapporto del detenuto con il mondo esterno e con la propria colpa.
Lo spettacolo, andato in scena su iniziativa di Simone Cristicchi, direttore artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo, ha visto la partecipazione di dieci detenuti accompagnati dalla recitazione di Flavio Insinna, testimonial d’eccezione sul palco. “Ci salviamo solo insieme. La vita è insieme. La vita è l’arte dell’incontro. Qui si viene senza pregiudizio”, ha affermato l’attore.
La narrazione si è concentrata sui primi dieci anni di carcere di Frasca, caratterizzati dalla corrispondenza con l’amico Massimo, interpretato da Insinna sotto forma di voce narrante. La rappresentazione, nel corso del suo svolgimento, ha stimolato molte riflessioni, concentrandosi sul modo in cui la vita esterna e il regime di detenzione si intrecciano tra l’etica e la quotidianità.
Lo spettacolo ha avuto il suo culmine nella parte finale, dove sul palcoscenico è andata in scena una sorta di ultima cena. Alla fine le luci del teatro si sono lentamente spente, mentre nel buio emergeva la richiesta dei detenuti di poter avere un’altra possibilità.
Il direttore della casa circondariale di Pescara Francesco Pettinelli ha manifestato la volontà di portare il progetto nei teatri della regione. “Il cambiamento è possibile se anche noi ci impegniamo e tendiamo la mano”, ha dichiarato Pettinelli.