Da oggi non sarà più possibile per i collaboratori coordinati continuativi e per quelli a progetto ricevere l’indennità di disoccupazione Dis-Coll. Lo rende noto l’Inps spiegando che “La prestazione di disoccupazione Dis-coll, istituita in via sperimentale dal Decreto legislativo n. 22 del 2015 a favore dei collaboratori co. co. co. e co. co. pro. per gli eventi di disoccupazione verificatisi nell’anno 2015 e successivamente prorogata della Legge n. 208 del 2015 per gli eventi di disoccupazione verificatisi nell’anno 2016, non è stata oggetto di proroga in relazione agli eventi di disoccupazione intervenuti a fare data dal 1° gennaio 2017″.
L’istituto di previdenza aggiunge inoltre che in mancanza di una previsione normativa, non sarà possibile procedere alla presentazione delle domande di indennità Dis-Coll per le cessazioni involontarie dei contratti co.co.co. e co. co. pro. verificatesi dall’inizio dell’anno.
Nessuna tutela dunque per tutti i collaboratori parasubordinati che ora sono rimasti privi di qualsiasi tutela dal momento che l’indennità Dis-Coll non ha trovato estensione per l’anno 2017.
Nel dettaglio, si trattava di un’indennità di disoccupazione istituita, in via sperimentale, dal Governo Renzi per sostituire l’indennità una tantum prevista dalla legge Fornero per collaboratori parasubordinati.
Obiettivo della Dis-Coll era assicurare un sostegno ai lavoratori co.co.co. e co.co.pro., esclusi amministratori e sindaci, rimasti involontariamente senza occupazione. Per dimostrare il proprio status di disoccupato, il richiedente doveva prima presentarsi al centro per l’impiego, dichiarare l’attività lavorativa appena cessata e l’immediata disponibilità a trovare un altro lavoro. I beneficiari dovevano essere iscritti solo alla gestione separata dell’Inps, non potevano essere pensionati né avere partita Iva. Inoltre, dovevano avere versato almeno tre mesi di contributi a partire dal 1° gennaio 2014, di cui una mensilità nel 2015.
Questa, dunque, l’ennesima novità per il settore delle collaborazioni coordinate continuative e progetto che ancora continua a non avere un assetto definitivo lasciando molti lavoratori senza tutela.