Nei primi nove mesi del 2018 le nuove pensioni Inps erogate sono calate del 23% rispetto all’anno precedente, questo a causa dell’aumento dell’età pensionabile, da 65 anni a 66 e sette mesi, previsto per le donne dalla riforma Fornero. L’ente previdenziale prosegue affermando che sei dei sedici milioni di pensionati italiani hanno un reddito inferiore ai mille euro e più del 60% di questi sono donne, mentre la spesa totale ammonta a 286 milioni annui.
La manovra del governo italiano, discussa in queste settimane, contiene una nuova riforma delle pensioni detta “quota 100”, ovvero la somma totale del periodo di contribuzione e l’età anagrafica, con un minimo di 62 anni di vita e 38 di contributi. Questa proposta tenderebbe a liberare nuovi posti di lavoro, oltre che agevolare la possibilità di andare in pensione. Ancora, l’Inps comunica di aver erogato, da gennaio a settembre di quest’anno, benefici economici legati al reddito di inclusione, che comprende gli assegni di disoccupazione a 379.000 famiglie coinvolgendo più un milione di persone concentrate soprattutto nel Sud Italia. Solo il 10% dei percettori risulta extracomunitario con un’incidenza del 30% nelle regioni del Nord.
Nell’ottica di una manovra che interviene anche sul mercato del lavoro, vanno letti con particolare attenzione i dati Istat, emersi in mattinata: tra il 2006 e il 2016 sono scomparse centomila piccole imprese che, nel quadro attuale, rappresentano il 90% del commercio al dettaglio. Allo stesso tempo, i lavoratori domenicali delle grandi aziende sono il 76% contro il 36% degli impiegati nella piccola distribuzione. Nelle grandi imprese, inoltre, il 40,8% dei dipendenti sotto i trent’anni lavora almeno una domenica su due, mentre nelle medio-piccole il dato scende al 25%.