Nel 2012 58 aziende hanno fatto ricorso allo stato di crisi. Quasi 1200 giornalisti si sono trovati a che fare con prepensionamenti, Cassa integrazione e Contratti di solidarietà , misure con cui appunto le aziende hanno tentato di affrontare le difficoltà economiche. Lo certifica il bilancio dell’Istututo Nazionale di Previdenza dei giornalisti italiani. In cosa consistono queste misure?
Il Contratto di solidarietà viene stipulato tra azienda e rappresentanze sindacali e prevede la diminuzione dell’orario di lavoro ma assicura l’occupazione in caso di crisi aziendale, sia difendendo il personale sia favorendo nuove assunzioni. E’ l’accordo a cui sono giunti consiglio di redazione e azienda al Sole 24 ore con la riduzione dell’orario di tre giorni al mese per 255 giornalisti, già da febbraio. Ad aprile la crisi di Libero ha imboccato la stessa strada con una restrizione del 24% delle ore per tutti i 57 redattori, escluse solo le figure apicali.
PREPENSIONAMENTI- Dai 58 anni , di cui almeno 18 di contributi alle spalle, si può ricorrere ai prepensionamenti , come ha fatto l’Ansa, costretta ad un nuovo stato di crisi dopo quello di due anni fa che aveva comportato un alleggerimento dell’organico di 60 unità. Secondo stato di crisi anche per Rcs Periodici che gestisce 21 esuberi con la Cassa integrazione finalizzata al prepensionamento. Se non è costretta ad ammettere la chiusura, come avvenuto per il quotidiano freepress del gruppo, City.
Ennesimo stato di crisi per la Poligrafici Editoriale, casa editrice del Giorno e Il Resto del Carlino che ricorre sia a prepensionamenti volontari che al Contratto di solidarietà fino al 2014.
Una crisi che va avanti da tre anni e non si sa quanto a lungo si protrarrà, con costi non indifferenti: Inpgi ha calcolato che la spesa per gli ammortizzatori sociali è stata superiore ai 16 milioni con un incremento quasi del 19% rispetto al 2010. Quantomeno, l’Istituto di previdenza ha superato lo stress test imposto a tutte le casse privatizzate dal ministro Fornero: potrà sostenere i propri conti per i prossimi 50 anni.
Alessandra D’Acunto