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Indonesia, sale a oltre 1200
il numero di vittime
Più di 60 mila gli sfollati

Chilometri di costa non ancora esplorati

Aiuti in ritardo: servono cibo, medicine

di Giordano Contu02 Ottobre 2018
02 Ottobre 2018

epa07063033 Debrie litters a neighborhood street following a tsunami in Wani, Donggala, Central Sulawesi, Indonesia, 02 October 2018. According to reports, at least 844 people have died as a after a series of powerful earthquakes hit central Sulawesi on 28 September 2018 and triggered a tsunami. EPA/MAST IRHAM

A cinque giorni dal disastro in Indonesia la disperazione fra la gente sta crescendo. Alle prima luci dell’alba (le 2 in Italia) un’altra scossa di terremoto di magnitudo 6,3 ha fatto tremare il Paese. Intanto continua a salire il bilancio dei morti: secondo l’agenzia governativa per i disastri sono 1.234 le vittime. I dispersi sono invece un centinaio e circa 800 i feriti. Si tratta però di dati provvisori. Infatti i soccorritori non sono ancora riusciti a esplorare tutta la costa colpita.

Nella città di Palu, capoluogo della provincia di Sulawesi in cui vivono oltre 300 mila abitanti, c’è un’atmosfera surreale. Questa è la zona più colpita. Gli sfollati in tutta l’isola sono oltre 61 mila. Le immagini riprese dai droni restituiscono in un’istantanea un unico grande ammasso informe di macerie miste a fango. La distruzione è dappertutto: migliaia di case, palazzi e moschee non ci sono più e anche le strutture di cemento armato, come ponti, strade o centri commerciali, anche se più moderni, sono crollati. Alcune delle strutture che hanno resistito alle due forti onde sismiche del 28 settembre scorso, sono state travolte dal maremoto.

La situazione è drammatica a causa degli aiuti che faticano ad arrivare. A Palu mancano i servizi essenziali: la rete elettrica funziona a intermittenza, scarseggiano i medicinali, l’acqua, il cibo e il carburante. L’esercito sta presidiando i negozi per limitare i saccheggi da parte dei sopravvissuti che cercano di rifornirsi di beni di prima necessità.

Continuerà per giorni la ricerca dei sopravvissuti. Ieri i soccorritori hanno gioito dopo aver estratto una donna viva dalle macerie, ma c’è una piccola città, composta da circa 700 case, che non è stata ancora raggiunta.

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