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India, attrice minacciata
di morire come nel suo film
"Ricompensa a chi la brucia"

A insorgere è la "Casta dei cavalieri"

La pellicola è stata anche censurata

di Carmelo Leo20 Novembre 2017
20 Novembre 2017

Minacciata di essere arsa viva, la stessa fine della protagonista del suo ultimo film. È successo in India all’attrice Deepika Padukone, interprete principale del film storico Padmavati. La pellicola racconta la storia di una regina indù che si dà fuoco per non cadere nelle mani del sultano di Delhi. Ieri un gruppo a difesa della “Casta dei cavalieri” ha offerto una ricompensa di dieci milioni di rupie, oltre 130mila euro, per chi «brucerà viva la protagonista», accusata di non comprendere fino in fondo il significato del gesto della regina ispiratrice del film. Una vera e propria taglia sulla testa dell’attrice 31enne: solo l’ultima delle polemiche che a Bollywood hanno coinvolto l’uscita di Padmavati.

Durante le riprese del film, il regista Sanjay Leela Bhansali è stato costretto più volte a interrompere i lavori. Tante le minacce, come anche i violenti attacchi vandalici contro il set. La pellicola è tratta da Padmavat, poema epico del XVI secolo che racconta la storia della regina Rani Padmini, nota anche come Padmavati: nel 1313, assieme a un’altra sua pari (entrambe facevano parte dell’harem del re), preferì il suicidio piuttosto che divenire schiava del sultano di Delhi, che aveva portato a termine con successo un lungo assedio al Chittor Fort.

La macabra minaccia nei confronti di Deepika Padukone è arrivata ieri durante una manifestazione a Bareilly, in Uttar Pradesh, organizzata dal gruppo Akhil Bhartiya Kshatriya Mahasabha (Abkm). Durante la protesta, sono state bruciate alcune gigantografie raffiguranti l’attrice e il regista. È stato Bhuvneshwar Singh, responsabile giovanile del gruppo, a spiegare le motivazioni del gesto: «Deepika dovrebbe sapere cosa si prova ad essere bruciati vivi. L’attrice non potrà mai immaginare il sacrificio della regina. Siamo pronti a dare 10 milioni di rupie a chi dovesse bruciarla viva. Chiediamo agli organizzatori di mostrarci il film prima che sia autorizzato ad andare nelle sale».

Proprio ieri era arrivata infatti un’altra beffa nei confronti della pellicola. L’organismo di censura preventiva indiano (Cbfc) aveva deciso di sospendere l’esordio di Padmavati nelle sale, inizialmente previsto per il primo dicembre. Subito dopo le minacce all’attrice, una conferma di quanto sia complicato in certe circostanze separare la finzione cinematografica dalla realtà.

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