“Gli Stati Uniti di Trump non possono essere gli unici mediatori in Medio oriente”. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, oggi a Roma per incontrare Papa Francesco, così in un’intervista a “La Stampa” spiega il suo punto di vista e l’intenzione di far arrivare ai leader italiani e al Papa un messaggio molto chiaro: “L’America non basta più per raggiungere la pace. L’amministrazione Usa ha adottato altre misure punitive contro i palestinesi”.
Ha 83 anni Abu Mazen, gravi problemi di salute e una successione ancora tutta da decidere. Ma si gioca quella che potrebbe essere la sua ultima scommessa politica, provando a cambiare la dinamica del negoziato di pace e riducendo il ruolo Usa. Da quando Yasser Arafat siglò gli accordi di Oslo e Washington nel settembre del 1993 (intese mirate a risolvere il conflitto arabo-israeliano), è il primo leader palestinese ad assumere una posizione così negativa nei confronti della Casa Bianca.
“Siamo grati all’Italia per il sostegno, politico ed economico, al popolo palestinese e alle nostre posizioni. Vogliamo per l’Italia un ruolo maggiore nel processo di pace nella regione. Aspettiamo il giorno in cui ci riconoscerete come avete fatto per lo Stato di Israele”, ha concluso.
Il colloquio in Vaticano di questa mattina con Papa Francesco è durato circa venti minuti. In primo piano la questione della pace. Un clima di cordialità con scambi di doni: il presidente ha donato a Bergoglio un dipinto con la città vecchia di Gerusalemme. Il Papa ha ricambiato con un medaglione raffigurante la Basilica di San Pietro come era nel 1600.
Il pontefice ha consegnato a Mahmoud Abbas il suo messaggio di pace: “L’ho voluto firmare con la data di oggi”. Abu Mazen ha salutato così il Papa: “Preghiamo per la pace in questo tempo di Natale. Sono contento di questo incontro, contiamo su di te”.