È iniziato stamattina di buon’ora l’incontro a Palazzo Chigi tra rappresentanti del governo e sindacati sulla questione “pensioni”. Da un lato del tavolo il premier Paolo Gentiloni e i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Dall’altro i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
L’esecutivo ha presentato in sintesi ai sindacati il documento che verrà inserito in un emendamento alla legge di Bilancio. «Il pacchetto di misure del governo sulle pensioni è molto rilevante e sostenibile – ha commentato Paolo Gentiloni -. Dal nostro punto di vista è un buon risultato. E la condivisione del mondo sindacale è un requisito importante». Il premier è a caccia di approvazione e dialogo. «Più sostegno avrà dalle forze sindacali più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella Legge di Bilancio».
Nonostante il governo abbia dimostrato un’apertura su giovani e donne e allargato la platea di chi potrà beneficiare dell’Ape social, l’anticipo pensionistico previsto per i lavori più gravosi, l’intesa non c’è. La Cgil ha confermato dopo un’attenta analisi “l’insufficienza” della proposta sulla previdenza e ha indetto la prima mobilitazione per il due dicembre prossimo. «I lavoratori non penso saranno contenti –dice Susanna Camusso-. La quantificazione delle proposte da parte del governo continua a non esserci: a noi le cifre paiono molto diverse. Parliamo di risorse già stanziate, non aggiuntive. Per noi si tratta di una cifra intorno ai 63 milioni». Inoltre la segretaria evidenzia come sia stato coinvolto un bacino di persone troppo ridotto.
Positivo, invece, il giudizio di Cisl e Uil. «Se partiamo dalla valutazione che le risorse sono scarse, abbiamo fatto il massimo possibile con le condizioni economiche date- ha detto a fronte dell’incontro Carmelo Barbagallo -. Abbiamo aperto una breccia sulla rigidità della legge Fornero ottenendo il riconoscimento che i lavori sono diversi».