È ancora possibile perdere il lavoro perché si è incinta? Sembra anacronistico per il 2012, ma capita ancora. E non in una piccola azienda, ma in una delle più grandi del Paese:la Rai.È quanto accaduto lunedì scorso ad Alessia Patacconi, una delle due annunciatrici di RaiTre con un contratto autonomo a tempo determinato, che, dopo aver contattato l’ufficio Risorse Tv della Rai per definire la sua posizione, ha ricevuto un ultimatum. «Hai due possibilità, o rinunci a due mesi di stipendio oppure ti risolviamo il contratto per negligenza. Dopodichè mi hanno attaccato il telefono in faccia».La Patacconi, in dolce attesa da novembre, ha subito reagito affermando «È vero sono incinta, ma non è accettabile un trattamento del genere, mi rivolgerò al mio avvocato».
Il volto della terza rete lavora come libera professionista perla Raidal 2003 con contratti annuali rinnovati sempre a scadenza. Il suo stipendio è di 22.050 euro all’anno a prescindere da quante ore lavori e annunci registri. Il suo contratto prevede inoltre l’esclusiva televisiva e la reperibilità h24 nel caso di comunicati straordinari.
Le regole in maternità. Nella “condizione” della Patacconi la prassi aziendale prevede la comunicazione del periodo di congedo per gravidanza, e nel caso di lavoratori che prestano a tempo il proprio lavoro, contratto e pagamento vengono congelati. In realtà quello che desiderava l’annunciatrice dalla Rai era un bisogno naturale di ogni mamma. «Volevo rimanere a casa soltanto due mesi- ha affermato – ma quando ho capito che non avrei avuto neanche un euro, ho chiesto la matricola previdenziale per rivolgermi all’Inps e avere l’indennità di maternità di cinque mesi. Al telefono mi hanno risposto che se avessi creato problemi, mi sarebbe stato risolto il contratto “per negligenza”». Una situazione possibile perché prevista dall’articolo 23 del contratto di lavoro della Patacconi che presume «ove l’impedimento impedisse il regolare svolgimento per una durata significativa rispetto alla stagione produttiva, il rapporto potrà essere risolto di diritto, senza alcun indennizzo». Una postilla, non irrilevante, che si collega alla clausola “antimaternità” eliminata da Lorenza Lei, direttore generale della Rai, a febbraio scorso dopo molte polemiche in cui si faceva riferimento non solo a gravidanze, ma anche infortuni o malattie.
La posizione della Rai. Come spiega il vicedirettore del personale Valerio Fiorespino «Una clausola mai utilizzata dalla Rai nei confronti di una donna incinta, noi sospendiamo il contratto fino al ritorno del lavoratore, garantendogli il posto». C’è però un piccolo particolare non da poco senza ricevere uno stipendio. Per Fiorespino è giusto perché «un autonomo non può avere le stesse garanzie di un dipendente. Alessia si può rivolgere all’Inps e nessuno le dirà niente se sta fuori cinque mesi». Ma l’annunciatrice continua a domandarsi: «Perché la Rai non mi tutela economicamente se faccio un figlio?».
Alessandra Pepe