Mattinata di sangue nell’acciaieria Ilva di Taranto, questa mattina due operai, durante un intervento di manutenzione alla batteria 9 delle cokerie, sono caduti da un’altezza di dieci metri e per uno di loro, Ciro Moccia, non c’è stato niente da fare. Quando è arrivata l’ambulanza, l’operaio quarantaduenne era esanime a terra e il paramedico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
L’altro operaio Antonio Liddi è stato urgentemente trasportato all’ospedale SS.Annunziata di Taranto e le sue condizioni sono in corso di valutazione. Nell’impianto si stavano eseguendo lavori di manutenzione e una squadra specializzata era intervenuta per ripristinare un binario della macchina caricatrice. In una nota la direzione dell’Ilva si legge che la direzione dello stabilimento dopo l’incidente, con “profondo dolore” ha sospeso tutte le attività giornaliere.
I Precedenti. Non è il primo, quello capitato a Moccia e Liddi:già ad ottobre nel reparto movimento ferroviario morì, schiacciato tra due convogli, un giovane operaio di ventinove anni ,Claudio Marsella e il 29 novembre, quando un tornado si abbatté su Taranto, perse la vita Francesco Zaccaria cadendo in mare da una gru. Mario Ghini, segretario nazionale dell’Uilm da ottobre 2008 e responsabile per il settore della siderurgia commenta così quanto successo questa mattina: “È inaccettabile che i lavoratori rischino la vita nella prestazione della loro opera in un azienda in funzione; è ancor più assurdo che la perdano nel settore di una fabbrica che è fermo”.
Lo stesso sdegno e dispiacere è stato espresso da Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl. In un comunicato stampa Bentivoglia ha commentato l’ultima morte sul lavoro dell’Ilva: “Dopo alcuni anni in cui non si verificavano incidenti mortali, tre morti nel giro di pochi mesi sono fatti gravi e inaccettabili”.La Fim Cislchiede adesso che si accertino le responsabilità dell’accaduto e proporrà a Fiom e Uilm un’iniziativa di 24 ore di sciopero, il lavoro deve essere salubre e sicuro”.