È stata prorogata di altri sei mesi l’inchiesta che coinvolge l’assessora all’Ambiente di Roma, Paola Muraro. Questo porterebbe a un ulteriore slittamento dell’interrogatorio dell’assessora davanti agli inquirenti, fissato originariamente nel mese di ottobre.
L’avvocato della Muraro, Alessio Palladino, però, sembra non saperne nulla: «Smentisco categoricamente di aver ricevuto qualsiasi tipo di notifica per una richiesta di proroga delle indagini sulla mia assistita».
L’indagine è iniziata in estate e ha travolto l’allora nascente giunta Raggi. La procura contesta all’assessora, ed ex consulente Ama dal 2004 al 2016, di aver rilasciato delle certificazioni false per lo smaltimento di rifiuti. Gli impianti coinvolti sono il Tmb (Trattamento meccanico biologico) di via Salaria e quello di Rocca Cencia, entrambi gestiti dalla Muraro per conto della municipalizzata. Materiale non a norma sarebbe stato classificato come combustibile destinato a termovalorizzatori e smaltito in strutture non idonee.
Il reato di gestione non autorizzata di rifiuti, se accertato, comporterebbe una pena pari a uno/tre anni di reclusione o in alternativa il pagamento di un’ammenda fino a 26mila euro.