Proseguono le indagini della Guardia di Finanza sulle plusvalenze. L’inchiesta potrebbe allargarsi ad altri club, oltre alla Juventus. Partendo dai conti del club bianconero gli inquirenti hanno scoperto quello che pare essere un vero e proprio metodo collaudato per ripianare i conti delle società in crisi attraverso la supervalutazione di giocatori. Secondo Repubblica al momento sono sotto la lente di ingrandimento gli scambi con Genoa (per ben 123 milioni) e altre trattative effettuate dall’Inter (78 milioni), ma l’elenco potrebbe allargarsi.
Il calcio italiano vive regolarmente al di sopra delle proprie possibilità, spendendo ogni anno quasi un miliardo più di quanto guadagna. Nel 2015, la Serie A fatturava 2,2 miliardi e le plusvalenze, pari a 381 milioni, rappresentavano il 17% del totale. Cinque anni dopo sono raddoppiate, arrivando a 739 milioni, mentre i ricavi sono aumentati di neanche un terzo.
«Peggio di così c’è solo Calciopoli»: è una delle frasi intercettate dai finanzieri durante le indagini nei tre mesi chiave del calciomercato, durante un dialogo telefonico tra gli uomini del presidente Andrea Agnelli. L’inchiesta penale ruota intorno ai 282 milioni di plusvalenze nei bilanci della Juventus. Decisive per blindare le accuse sono state, secondo gli inquirenti, le telefonate raccolte da luglio a settembre tra i dirigenti bianconeri.
Dopo il blitz di venerdì nelle sedi bianconere si è scoperto il vaso di Pandora e l’indagine è entrata nel vivo. Ieri è stato sentito per tre ore l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Prima di lui era stata la volta del ds Federico Cherubini: nove ore in procura e il verbale secretato. Oggi comparirà il braccio operativo di Cherubini, Paolo Morganti. Poi toccherà agli altri indagati: Stefano Bertola e Marco Re, entrambi ex dirigenti. Ancora da definire le udienze del presidente Andrea Agnelli, del suo vice Pavel Nedved e di Fabio Paratici, considerato dagli inquirenti il principale artefice del sistema usato dalla Juventus per coprire i debiti milionari.
Secondo La Verità, Jonn Elkann, in veste di proprietario della Juventus, attraverso la Exor, sta studiando una “exit-strategy” insieme ad esperti di diritto sportivo e ai legali dello studio Bonelli-Erede-Pappalardo di Milano. L’inchiesta che scuote il club è l’ultima macchia della presidenza di Andrea Agnelli dopo il caso Suarez e l’affaire Superlega. Si valuta un rinnovamento totale della dirigenza, che però non dovrebbe concretizzarsi a breve. Sembrerebbe infatti un’ammissione di colpa, già prima dell’esito delle inchieste penali e sportive.