Oggi gli abitanti di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, sono stati svegliati dall’odore acre diffuso da una colonna di fumo nero. Fuoco e fiamme sono divampati all’alba in via Palazzi, in un capannone della Metalmarsa Srl. L’azienda, che tratta rottami metallici, appartiene al gruppo Carluccio Srl, di cui fa parte anche il deposito di Bruzzano della periferia nord di Milano. Quest’ultimo aveva preso fuoco lo scorso luglio e i vigili del fuoco avevano impiegato due giorni per domarlo.
Gli interventi sul posto. “Dalle analisi dei fumi non è stata rilevata nessuna sostanza tossica presente nell’aria, ma del tutto in via precauzionale si consiglia ai residenti dei quartieri Borgomisto e Robecco di tenere chiuse le finestre”, così l’assessore Andrea Catania ha allertato la popolazione sui social network. Ancora non si capisce se la natura dell’incendio sia dolosa o accidentale, ma proseguono le operazioni di carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco: tredici autopompe hanno raggiunto il focolaio dopo aver spostato i mezzi pesanti che ostacolavano le vie d’accesso.
I sospetti sul dolo. Il fatto che l’incendio coinvolga nuovamente il gruppo Carluccio ha allarmato l’assessore all’Ambiente di Milano, Marco Granelli, che su Facebook scrive: “Da stamattina presto sono in contatto con la sindaca di Cinisello Balsamo per l’incendio dell’impianto di rifiuti avvenuto questa notte. L’impresa è Carluccio, la stessa dell’incendio di fine luglio a Milano in via Senigallia. Questa catena di incendi alimenta forti sospetti. Dobbiamo continuare con le verifiche e chiedere alle autorità competenti maggiori garanzie. Non possiamo avere questi fenomeni così rischiosi vicino alle case e soprattutto evidentemente privi di garanzie o peggio con il sospetto che siano oggetto di pratiche illegali”.
I precedenti. Negli scorsi mesi numerosi incendi hanno interessato depositi di rifiuti in tutta Italia, anche nel Milanese e nel Pavese. Addirittura il WWF ha definito “triangolo della diossina” la zona compresa tra Mortara, Cortoleona e Parona. Il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, espresse preoccupazione rispetto agli eventi degli ultimi mesi: “Qualcosa non torna. Seguiamo da tempo con crescente preoccupazione questa strana epidemia di roghi che divampano in impianti di trattamento di rifiuti, da un capo all’altro del paese come quello di oggi avvenuto nell’imminenza di una ispezione dei tecnici dell’Arpa Lombardia. È sempre più forte il sospetto che dietro alle fiamme non ci solo tragica fatalità, visto che, se gestiti in piena sintonia con le normative ambientali e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è evento rarissimo che i rifiuti prendano così facilmente fuoco. Invece i Vigili del fuoco continuano quasi ogni giorno a spegnere roghi in impianti del genere. Ci sono elementi che ci spingono a pensare al fatto che alcuni operatori del settore possano beneficiare di questi incendi al fine di far sparire le prove di comportamenti al di fuori della legge”.