Sono due – marito e moglie, entrambi marocchini – le vittime dell’incendio che si è sviluppato nella notte a Reggio Emilia, nello scantinato di una palazzina di quattro piani. Le fiamme, divampate intorno alla mezzanotte, hanno prodotto un fumo denso, con trentotto intossicati. Sul posto, Polizia, Carabinieri e vigili del fuoco, che hanno avuto la meglio sul rogo verso le cinque di mattina.
Per la coppia di origine nordafricana, però, era troppo tardi: sono stati ritrovati sulle scale, intossicati, mentre – presumibilmente – tentavano di mettersi in salvo. L’incendio, ha spiegato a Sky Tg 24 Salvatore Concolino, dei vigili del fuoco di Reggio Emilia, “si è sviluppato dalle cantine, e il fumo si è propagato in tutto il vano scale. Le operazioni di evacuazione sono state molto lunghe e complicate proprio perché è stato impossibile utilizzare il vano scala”. Il bilancio dei feriti ora è stabile, ma la situazione resta grave: “Risultano dieci persone in codice rosso, di cui almeno due bambini di tre e sei anni, e altre quattro in codice giallo”, ha riferito sempre Concolino.
Per il resto, panico e rabbia. “Ho visto la casa riempirsi di fumo, non si poteva respirare”, ha raccontato Ivan, ventisettenne di origini moldave che ha dato l’allarme ai vigili, ancora sotto shock dall’incendio del palazzo in cui abita da pochi mesi. La situazione di quelle cantine, comunque, era nota da tempo: “Si sa da anni che quei locali sono occupati abusivamente – ha raccontato il rappresentante della comunità marocchina, Abderrahim Mouloudj – e nessuno ha fatto nulla: queste sono vittime del degrado”.
Una vicenda “drammatica”, per il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che però ha risposto: “Dai controlli sollecitati per ottobre e novembre non erano emerse situazioni particolarmente critiche”.