È stato definito come il peggiore rogo della storia americana. Attualmente, le autorità locali rendono noto che il numero dei morti è salito a 77 e i dispersi sono 1.300, molti di loro, però, potrebbero essere al sicuro senza averlo segnalato alle autorità.
Dall’8 novembre, giorno in cui l’incendio è iniziato, le fiamme hanno distrutto circa 10.500 case ed oltre 600 chilometri quadrati di terreni. Il più grande di questi incendi, chiamato Camp Fire, è il più letale e il più distruttivo della storia moderna della California.
L’incendio è, inoltre, causa di inquinamento e un rischio per la salute pubblica. Le particelle di fumo, quando inalate, provocano una grande varietà di problemi fisici acuti e cronici. In questi giorni, così riporta il New York Times, nella Bay Area scuole e università hanno sospeso le lezioni a causa della pericolosità del fumo.
Secondo Purple Air, una organizzazione che monitora la qualità dell’aria, San Francisco, Sacramento e Stockton sono le città più inquinate del mondo, superando la Cina e l’India.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è recato a Paradise, la zona più colpita dall’incendio e ha ribadito la sua volontà di aiutare lo Stato a riprendersi. Trump, ha, inoltre, attribuito disastro alla cattiva gestione delle foreste, e non al cambiamento climatico, come molti affermano.
All’ Angelus di ieri, anche Papa Francesco ha ricordato le vittime dei roghi in California e ha invitato i fedeli a pregare per le vittime. “Il Signore accolga nella sua pace i defunti, conforti i familiari e sostenga quanti si impegnano nei soccorsi”, ha affermato il Pontefice.