In assoluto il peggior incendio della storia della California: a partire da domenica notte, ha già percorso 30.000 ettari di territorio, distrutto 1.500 edifici, ucciso dieci persone e fatte evacuare 20mila, tra cui 200 pazienti ospedalieri.
La zona più colpita è quella delle contee di Napa, Sonoma e Yuba, terre di vigneti, dove e stato proclamato lo stato di emergenza. Ma in tutto ha coinvolto otto aree. La situazione si è improvvisamente aggravata, secondo le autorità locali, dopo che il fronte dell’incendio ha scavalcato la barriera della Highway 101 costringendo numerose persone a lasciare le loro case.
«Non pensavamo che il fuoco potesse propagarsi con questa velocità, le autorità sono state colte di sorpresa» ha detto Jonathan Cox, portavoce del Dipartimento forestale della California. Mentre il governatore dello stato, Jerry Brown, chiede alla Casa Bianca di dichiarare la zona interessata tenendo conto dei numerosi danni provocati già a edifici e infrastrutture. In molti casi, infatti, le fiamme hanno fatto esplodere condutture del gas e cisterne di carburante, alimentando ulteriormente il fuoco. «È una situazione davvero seria, che sta evolvendo rapidamente – ha commentato Brown -. Il calore, la mancanza di umidità e i venti (80 chilometri orari, ndr) ci stanno portando a una situazione pericolosissima e che sta peggiorando di ora in ora».
La maggior parte delle vittime, 7 su 10, si trovavano nella città di Santa Rosa, la più grande della contea di Sonoma. Le altre due si contano nella Napa Valley, mentre l’ultima nella contea di Mendocino.
«Nella zona di San Francisco la vera estate è a fine settembre e inizio ottobre, quando c’è caldo e secco», ha spiegato l’esperto del National Weather Service, Matt Mehle. È questa, infatti, la stagione in cui si sviluppano da sempre più incendi in California. Il peggiore nella storia recente è avvenuto nell’ottobre del 2003 nella contea di San Diego, quando vennero distrutte oltre 2.800 case.