ROMA – “Ringraziando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dichiaro ufficialmente aperto l’anno giudiziario 2024”. Con queste parole la prima presidente della Corte suprema di Cassazione Margherita Cassano ha dato il via al nuovo anno giudiziario. Alla cerimonia, che si è svolta nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Molti gli interventi, tra cui quello del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli e del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
La presidente Cassano: “Sforzo corale per attuazione riforme processuali”
Il discorso di apertura della cerimonia è affidato alla presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, prima donna ad assumere la carica più alta nella storia della magistratura. L’intervento è partito da una riflessione sulle riforme del processo. “L’anno appena trascorso ha visto l’intera magistratura impegnata nel dare attuazione alle riforme del processo civile e penale varate nel 2022. Si è trattato di uno sforzo corale animato da alta tensione ideale”, ha affermato Cassano. Poi, una riflessione su carceri e reati.
“Nel settore del diritto penale sostanziale ha ricevuto regolamentazione compiuta – ha affermato la Presidente – la giustizia riparativa, è stata superata l’ottica carcero-centrica ed è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte a privilegiare forme risarcitorie e restitutorie”. Molti i dati: “Negli uffici di merito, nel settore penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello. Dato tanto più significativo ove si consideri l’aumento dei procedimenti di nuova iscrizione pari complessivamente nel 2023 a 2.447.467 rispetto ai 2.413,467 del 2022 e ai 2.423.842 del 2021 (+1,4% rispetto all’anno precedente)”.
Non è mancato il riferimento alle vittime sul lavoro. “Dai dati messi a disposizione dall’Inail risulta che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019)”. Una riflessione conclusiva sul tema dei femminicidi: “È indubbio che un forte impegno della Polizia giudiziaria e della Magistratura non è sufficiente e che esso deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale e sociale e da azioni di ampio respiro che coinvolgano non solo la famiglia e la scuola, ma l’intera collettività”, ha concluso.
Pinelli (Csm): “Non solo casa dei magistrati, ma bene comune del Paese”
“Il collegamento tra l’amministrazione della giustizia e il Parlamento, organo diretto della sovranità popolare, apre la magistratura agli interessi e alle aspirazioni generali della collettività e non dei soli appartenenti all’ordine giudiziario, scongiurando chiusure corporative e visioni settoriali dei problemi”. Così il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, nel corso del suo intervento. “Una magistratura aperta al dialogo con le istituzioni e sensibile al rapporto di fiducia con i cittadini – ha aggiunto – non solo custodisce la sua autonomia e indipendenza, ma si apre per operare virtuosamente per l’oggi e, soprattutto, per il domani”. Per Pinelli, il Csm ha dato il contributo di essere “organo di governo di una funzione, a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, nell’interesse esclusivo dei cittadini. Questo, come è noto, fu il pensiero dei padri costituenti e questo è il binario che dobbiamo percorrere”, ha concluso Pinelli.
Per il ministro della Giustizia Nordio un anno giudiziario “di opportunità”
Un anno giudiziario “delle conferme delle opportunità che abbiamo di entrare in una nuova fase in cui la giustizia è forza motrice di una rinnovata crescita del Paese”, anche attraverso un processo di digitalizzazione. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel corso del suo intervento, ha ricordato alcuni dei temi che saranno centrali per il suo ufficio. “Se vogliamo tendere a una coincidenza tra l’imperativo eteronomo della norma e quello autonomo dell’etica, dobbiamo trovare una fonte di ispirazione solida e razionale. Questa fonte è costituita dalle culture che hanno formato la nostra civiltà: quella giudaico-cristiana, e quello greco-romana, filtrate dall’illuminismo. Queste quattro fonti di ispirazione sono state integrate e consolidate dal razionalismo illuminista e sono state unificate nei concetti recepiti dalla nostra Costituzione“, ha poi concluso il ministro Nordio.