Esce il 9 novembre “l’Infinito”, il nuovo album di Roberto Vecchioni composto da 12 inediti, prodotto da Danilo Mancuso e distribuito da Artist First. Si tratta del suo primo disco dal 2013, anno in cui venne pubblicato “Io non appartengo più”.
La produzione è descritta come un inno alla vita in tutti i suoi aspetti positivi e negativi, mentre il suo titolo è ispirato a Giacomo Leopardi, poeta pessimista e dall’esistenza tormentata. Vecchioni ha tuttavia un’idea diversa sul poeta ed ha sempre creduto che “Leopard non odiasse la vita, ma piuttosto che fosse vero l’inverso e che la sua disperazione, la sua rabbia, il suo sarcasmo fossero reazioni di un amante tradito”.
L’opera omaggia persone di grande forza d’animo come il pilota Alex Zanardi, la guerrigliera curda Ayse uccisa dall’Isis e la madre di Giulio Regeni, il giovane assassinato in circostanze misteriose in Egitto a inizio 2016.
“Un album ottimista, di resistenza analogica e culturale, frutto di una grande cura per le melodie e per le parole”, così l’artista descrive il suo ultimo lavoro, disponibile a breve solo in formato cd e vinile non essendo prevista alcuna distribuzione digitale.
Tra le tracce sono incluse anche collaborazioni con Francesco Guccini e con Morgan, rispettivamente nei brani “Ti insegnerò a volare” e in “Com’è lunga la notte”. La partecipazione di Guccini non era stata preannunciata e, oltre a rappresentare il primo duetto tra i due autori, segna il suo ritorno al canto dopo ben sette anni di silenzio.
L’album si chiude con “Parola”, una traccia che evidenzia le ingenti differenze culturali tra le nuove generazioni e quelle precedenti. “I ragazzi di oggi conoscono e usano solo seicento vocaboli rispetto ai cinquemila di dieci anni fa”, questo il commento malinconico del cantante sulla realtà odierna.