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“In questi mesi di Covid
troppa fatica con la Dad
Si cambi l'organizzazione"

Il monito della prof. Pastorelli

"La scuola così non funziona"

di Michela Pagano31 Gennaio 2021
31 Gennaio 2021

Annamaria Pastorelli è una docente di Lettere presso l’Istituto comprensivo “Tommaso Del Bene” di Torricella, in provincia di Taranto. La sua testimonianza ci ha dato modo di comprendere perché, dal punto di vista degli insegnanti, la didattica a distanza è stata un grosso problema da affrontare e come hanno reagito gli studenti di fronte al cambiamento.

Lo scorso anno all’improvviso sono cambiate le modalità di insegnamento nella scuola. Come ha vissuto lei l’esperienza della didattica a distanza e in cosa è consistita effettivamente?

“A marzo l’ho vissuta come un incubo perchè mi è piovuta addosso, così come a tutti i miei colleghi. Ad aprile e a maggio abbiamo capito che era fattibile però abbiamo fin da subito realizzato che i ragazzi, molto più veloci e astuti di noi docenti, avevano intenzione di mettere in atto qualsiasi strategia pur di ingannare durante le interrogazioni. Per cui con alcuni insegnanti si è avuto un certo tipo di atteggiamento e con altri un altro”.

Ecco, lei come ha percepito i suoi alunni durante questo periodo?

“I miei alunni sono stati educatissimi. Nei miei confronti si sono comportati in maniera ineccepibile, anche se devo dire che a volte ho avuto delle difficoltà perché qualcuno non si è collegato, qualcuno cercava di farla franca. Ci sono stati due ragazzi in particolare che trovavano ogni escamotage per non collegarsi. Alla fine però siamo riusciti ad averli di nuovo a lezione perché abbiamo tallonato i genitori attraverso la segreteria e messaggi privati.

In generale però c’è stato un assoluto rispetto anche da parte dei genitori, perché hanno cercato di interagire in maniera propositiva”.

Per voi docenti cosa ha significato utilizzare il digitale e preparare le vostre lezioni e verifiche online dall’oggi al domani?

“Premetto che io sono una persona apertissima alle novità, tuttavia in questo caso devo dire che organizzare quel tipo di didattica da un giorno all’altro per me è stato traumatizzante, perché si trattava di triplicare il lavoro, correggere tutti i compiti entro la giornata e non tutti erano puntuali e zelanti. Questo ha significato per me fare una fatica fisica nel seguirli. Per le verifiche invece con google moduli devo dire che non è stato difficile, anche se ho cercato di interrogare quasi sempre in video per dare una valutazione più oggettiva possibile”.

A settembre come è ripresa la didattica?

“Eravamo più pronti, abbiamo subito programmato le cose in  modo tale da partire nel miglior modo possibile qualora si fosse presentato un altro lockdown o un’altra didattica a distanza. E così è stato. Ma la cosa che più ci ha destabilizzati, a settembre, è stata l’alternarsi continuo di dpcm e ordinanze regionali che ci hanno messo ko. Ma noi abbiamo resistito. Io stessa sono stata interessa dal covid di mio marito e ho dovuto lavorare da casa con i ragazzi in aula, però anche in quel caso è stato un “uno per tutti e tutti per uno””.

A questo proposito crede che siano stati fatti degli errori nella riorganizzazione del sistema scolastico?

“Assolutamente si. I problemi ci sono stati e ci sono tuttora, perlopiù di carattere organizzativo. Io quando parlo delle mie classi e del mio rapporto con gli alunni ne parlo positivamente ma l’organizzazione generale è stata terribile. Poi la disorganizzazione c’è stata anche a monte. Per questo penso che la didattica a distanza non sia una soluzione perenne sicuramente. Non si può pensare a una scuola basata su questo tipo di organizzazione. Si tratta di sopravvivenza. Io non posso neanche lontanamente immaginare di continuare in questo modo. Ce l’abbiamo fatta si, ma perchè dovevamo necessariamente farcela. C’è stata, però, molta fatica. Certamente la scuola ha fatto di tutto per riuscire ad andare avanti ma è logico che quando ci si scontra con una legge farraginosa e una serie di ordinanze ancor di più va a monte tutto”.

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