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HomeCronaca “In Italia oltre 90 città sono invase dai cinghiali. Roma si sta attivando”

"In Italia oltre 90 città
sono invase dai cinghiali
Roma si sta attivando"

L'assessora all'ambiente Sabrina Alfonsi

"Non è un problema solo romano"

di Paola Palazzo28 Marzo 2022
28 Marzo 2022

Sabrina Alfonsi è assessore all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma. A Lumsanews ha illustrato quali iniziative sono state avviate dal Campidoglio per la gestione del cinghiale in città.

Da decenni nella Capitale si parla di emergenza cinghiali. La nuova amministrazione comunale come si sta muovendo per risolverlo?

“Una ricerca ancora in corso tra ISPRA (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Università ‘La Sapienza’ di Roma, mette in evidenza come in Italia oltre 90 centri urbani sono frequentati dai cinghiali più o meno regolarmente, ciò accade soprattutto perché attratti dalla disponibilità di rifiuti e cibo. Il problema non è solo romano. Con l’emergenza Covid si è registrato un aumento del 15% di cinghiali, con una stima di 2,3 milioni di unità in Italia. Le altre città interessate sono ad esempio Genova, Trieste, Firenze, Isernia, Bari. Ovviamente ci stiamo attivando per risolverlo cercando di operare in maniera più concreta di quanto fatto in precedenza”.

Nel 2019 fu avviato un protocollo d’intesa tra la vecchia Giunta e la Regione. Tuttavia, questo strumento sembra non aver funzionato. Quali sono stati i limiti?

“Esatto, il Comune di Roma la Regione Lazio e la Città Metropolitana hanno sottoscritto, sotto l’egida della Prefettura, un protocollo d’intesa ( Del.ne G.C. 190/2019) per la gestione del cinghiale nel territorio di Roma Capitale che individua tipologie di intervento e tecniche di attuazione. Ad oggi però gli interventi effettuati non sono stati sufficienti ad arginare il problema in quanto le procedure operative presentano delle criticità dovute perlopiù al coordinamento delle diverse competenze in campo. La competenza del Comune riguarda soprattutto la sicurezza dei cittadini ovvero i rischi che la presenza di animali selvatici presenti all’interno della città urbanizzata: rischi potenziali e reali di aggressione per le persone e per gli animali domestici e rischi di incidenti stradali. Poi ci sono i rischi di carattere sanitario che riguardano competenze regionali.

Lo scorso 23 marzo è stato convocato il tavolo tecnico proprio per discutere della modifica ed integrazione del Protocollo d’Intesa tra Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale e Roma Capitale per la gestione del Cinghiale (Sus scrofa L.) del territorio di Roma Capitale approvato con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 190. Erano presenti i direttori dei dipartimenti regionali, enti parco, polizia locale, polizia città metropolitana. Attualmente il Comune di Roma sta mettendo in campo azioni importanti per la pulizia della città, a prescindere dalla presenza dei cinghiali. Stiamo mappando tutti i cassonetti presenti nelle aree critiche e siamo disponibili anche ad effettuare spostamenti dai luoghi di maggior passaggio dei cinghiali. E’ stata realizzata, per il momento per il Municipio XIV, a cura del Municipio stesso, la mappatura dei varchi e dei corridoi che i cinghiali utilizzano per accedere dai parchi alla città. Stiamo cercando di essere più operativi. Sottolineo che le nuove leggi per il contenimento della peste suina africana che interessano tutto il territorio nazionale, creano vincoli alle possibili azioni. I cinghiali non possono più essere trasportati nelle aziende faunistiche venatorie né in altri luoghi. Anche alla luce del cambiamento normativo e della situazione sanitaria (peste suina) il Protocollo d’Intesa dovrà essere modificato. Per l’emergenza della peste suina infatti gli animali catturati dovrebbero essere macellati e/o inceneriti perché non possono più essere trasportati e messi a disposizione delle aziende faunistiche venatorie per motivi di sicurezza. Tutto ciò complica ulteriormente la situazione e noi non vorremmo arrivare a queste drastiche soluzioni. La prossima riunione del tavolo sarà convocata per i primi giorni del mese di aprile, il Comune di Roma sta comunque continuando con le mappature e gli interventi per la pulizia”.

Il Comune di Roma ha in mente nuove proposte o delle iniziative sono già avviate per la gestione del problema?

“Attualmente siamo in attesa che la Regione Lazio predisponga il Piano regionale per la sorveglianza per la peste suina africana e per la peste suina classica per l’anno 2022 previsto dal Decreto Legge n.9 del 17/02/2022 e che dovrebbe essere pubblicato a breve per capire quali potrebbero essere altre iniziative e quali azioni possono essere intraprese”.

Secondo l’Ente regionale Roma Natura, il Comune dovrebbe agire sotto due punti di vista per arginare la problematica: pulire le strade dai rifiuti e risistemare le recinzioni dei parchi….

“Dei rifiuti, come detto in precedenza, ci stiamo già occupando. Ci attiveremo per le recinzioni. La stessa cosa dovrebbe fare e siamo certi farà Roma Natura per le recinzioni di competenza (individuate con il monitoraggio effettuato) in quanto, come affermato dalla Direzione Regionale Ambiente, i finanziamenti per tali opere sono stati stanziati, in fin dei conti i cinghiali escono dai parchi regionali. Procederemo anche ad attuare una campagna di sensibilizzazione dei cittadini sia per il conferimento dei rifiuti che per informare, attraverso la realizzazione di materiale divulgativo da distribuire ai cittadini residenti nelle zone interessate, che chiarisca e comunichi anche l’importanza dei comportamenti corretti da tenere e della necessità di collaborazione per ottenere risultati”.

 

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