In Italia il livello di abbandono scolastico nel 2020 è stato del 13,1 per cento. Il Paese si colloca così al quarto posto in Europa per numero di alunni che interrompono prematuramente gli studi. Le criticità maggiori si ritrovano nelle Regioni del Sud, con Puglia, Sicilia, Calabria e Campania al di sopra della media nazionale, sebbene in calo rispetto agli anni precedenti. Nel Centro Nord, invece, nonostante le Regioni rimangano al di sotto della media, si registra un incremento del tasso di abbandono scolastico. È quanto emerge da uno studio di Openpolis che ha analizzato l’andamento del fenomeno nel nostro Paese.
L’Unione europea, con una risoluzione del Consiglio europeo del febbraio 2021, si era posta l’obiettivo di ridurre al 9 per cento il tasso di abbandono nella fascia dai 18 ai 24 anni in vista del 2030. Il target rappresentava un valore medio, adattato per ciascuno Stato membro. L’Italia aveva come scopo quello di raggiungere il 16 per cento. Il nostro Paese ha quindi raggiunto l’obiettivo, ed è apprezzabile il miglioramento del trend, con un calo del 4,7 per cento nell’arco di un decennio. Tuttavia, secondo Openpolis, il dato italiano rimane ancora lontano dai più alti standard europei, trovandosi davanti solo a Malta (16,7 per cento), Spagna (16) e Romania (15,6).
Analizzando la situazione interna del Paese, sebbene il Mezzogiorno sia, complessivamente, l’area in cui il fenomeno è più evidente, corrisponde anche al luogo dove si sono registrati i maggiori progressi, con un calo dell’1,9 per cento rispetto all’anno precedente. Tra le più virtuose, invece, figurano l’Abruzzo, il Fiuli- Venezia Giulia, Molise, Emilia – Romagna e Marche, al di sotto del 10 per cento. Rimane, tuttavia, un problema da affrontare, in quanto rappresenta un fallimento educativo, nonché – conclude Openpolis – un aggravamento di disuguaglianze già esistenti.