In Italia sono ancora troppo poche le donne che ricoprono la carica di sindaco. È quanto emerge da un’inchiesta di Openpolis che mette in luce le disparità di genere, soprattutto in ambito politico. Infatti, se negli ultimi anni il numero delle donne in politica è progressivamente aumentato, sono ancora troppo poche quelle che ricoprono incarichi di vertice.
Il 3 e il 4 ottobre in oltre 1.342 comuni italiani, tra Regioni a statuto ordinario e speciale, si terranno le elezioni amministrative: un’occasione per verificare in quale modo diminuiranno o aumenteranno le donne sindaco in Italia dopo questa nuova tornata. Il dato generale nel nostro Paese però, come spiega Openpolis, è di partenza molto basso. Ma non si tratta di un dato omogeneo, dato che ci sono evidenti differenze tra le diverse zone d’Italia: la provincia in cui si possono trovare più sindache, per esempio, è quella di Trieste che raggiunge l’83,3%. Un dato decisamente l’eccezione, anche se è da tenere presente che si tratta di un campione particolarmente ristretto (solo 6 comuni). Dopo il capoluogo friulano nessun’altra provincia raggiunge il 40%: la città metropolitana di Cagliari, seconda in classifica, raggiunge il 35,29% con 6 sindache su 17 comuni. Nelle province di Benevento, Catania, Prato e Trapani il dato è invece allarmante: non si trova neanche una sindaca al vertice di un’amministrazione comunale.
A livello geografico nel nord Italia le prime cittadine raggiungono la percentuale del 17%, seguito dal centro Italia con il 15,5%; chiude l’Italia meridionale con circa il 10%. Nei piccoli comuni si registrano quote più elevate di sindache: in quelli con popolazione inferiore ai 50mila abitanti circa il 15% sono amministrati da una donna. Nelle grandi città invece, con una popolazione di oltre 200mila abitanti, solo Roma e Torino hanno una donna a capo dell’amministrazione comunale, Virginia Raggi e Chiara Appendino, entrambe del Movimento 5 stelle.