In Italia aperte 300 mila cause contro medici e strutture sanitarie private e pubbliche. Trentacinque mila nuove azioni legali ogni anno. Ma secondo i dati più aggiornati forniti dal Tribunale del malato (2015) e dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari del 2013, il 95% dei procedimenti per lesioni personali colpose si conclude con un proscioglimento. I numeri sono stati esposti oggi al ministero della Salute da Consulcesi, network legale in ambito sanitario, che ha proposto l’istituzione dell’Arbitrato della Salute. Il rapporto medico-paziente è in crisi: lo dimostra l’escalation di aggressioni e denunce contro i camici bianchi. “Nasce per questo la proposta di istituire un luogo di confronto, e non di contrapposizione, per la risoluzione delle controversie”, dice il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, durante una conferenza stampa al ministero della Salute.
Le denunce vengono presentate principalmente al Sud e nelle isole (44,5%). Al Nord la percentuale scende al 32,2% mentre al Centro si ferma al 23,2%. Le aree maggiormente a rischio contenzioso sono quella chirurgica (45,1% dei casi), materno-infantile (13,8%) e medica (12,1%). Secondo la Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, il 78,2% dei medici ritiene di correre un maggiore rischio di procedimenti giudiziari rispetto al passato. Il 68,9% pensa di avere tre probabilità su dieci di subirne, il 65,4% ritiene di subire una pressione indebita nella pratica quotidiana a causa della possibilità di subire un processo.