Nove milioni di studenti in Italia sono in attesa del 18 maggio. Questa la data limite segnalata dal governo: se non sarà possibile tornare nelle aule entro quel giorno – e nell’ipotesi estrema in cui non si possa uscire di casa – chi deve affrontare la maturità dovrà infatti sostenere il solo colloquio orale, previsto nella modalità a distanza, via computer o tablet, così come accadde per i giovani che affrontarono gli esami scolastici dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009. La bozza decreto legge che delinea le sorti della scuola italiana durante l’emergenza Coronavirus è pronta ed è in attesa di essere discussa in Parlamento.
L’esecutivo, nel caso in cui si possa tornare sui banchi di scuola prima del 18 maggio, sta studiando una prova “light” per i maturandi di quest’anno che prevederebbe il 17 giugno la prova di italiano, poi la prova di indirizzo facilitata – cioè scelta dalla commissione interna – e infine l’orale. Dubbi poi sull’esame di terza media: potrebbe saltare o svolgersi in forma leggera, con una sola prova o forse con la sola tesina. Come aveva anticipato Repubblica, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha inoltre accolto le richieste delle associazioni studentesche: tutti promossi. Unica eccezione per le scuole superiori: gli studenti che avranno debiti da recuperare lo potranno fare a settembre, il governo avrebbe infatti previsto un anticipo di circa tre settimane di lezioni di recupero prima che inizi l’anno scolastico. Ogni istituto avrà facoltà di scegliere chi dovrà partecipare a queste lezioni: se solo gli studenti con debito o l’intera classe. Resta da sciogliere il nodo voti, i docenti dovranno infatti creare e applicare di un nuovo sistema di valutazione, non potendo far riferimento solo ed esclusivamente al rendimento del primo quadrimestre.
Semplificazioni in arrivo anche per i bandi di concorso, obiettivo: reclutare nel minor tempo possibile oltre duecentomila supplenti che possano iniziare le lezioni a settembre in modo che tutti i ragazzi trovino subito professori pronti a lavorare. Questi bandi, emergenza sanitaria permettendo, dovrebbero essere presentati entro la fine del mese di aprile. Il decreto renderà poi obbligatoria la didattica a distanza, si dovranno dunque adeguare tutte le scuole che non hanno ancora applicato questa modalità di insegnamento.