La sponda, insperata, al ministro Saccomanni è arrivata niente meno che dal Fondo monetario internazionale: “L’Imu sulla prima casa va mantenuta per equità”, scrive nella lettera all’Italia l’organizzazione di Christine Lagarde. Proprio mentre il titolare dell’Economia è alla disperata ricerca di risorse per evitare in autunno l’ingorgo Iva-Imu. Il messaggio però accende ulteriormente lo scontro nel governo, con i falchi del Pdl che faticano a nascondere l’irritazione per quella che viene considerata alla stregua di un’indebita intromissione. «Attentato alla sovranità popolare», lo ha definito Daniela Santanchè, mentre per Maurizio Gasparri «sulla tassazione delle case degli italiani decide l’Italia. Non un’organizzazione i cui vertici vengono un giorno associati a uno scandalo sessuale e un altro a uno scandalo finanziario». Dal canto suo Saccomanni incassa e si limita ad un diplomatico «ne terremo conto».
Non è la prima volta che dall’esterno qualcuno ricorda all’Italia che abolire l’Imu non dovrebbe essere la priorità del governo. A Bruxelles, senza coperture dettagliate, non ne vogliono sentir parlare; l’Ocse, lo scorso maggio, ha spiegato che «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu». Messaggio ribadito anche oggi dal capo economista e vicesegretario generale, Piercarlo Padoan: «Le tasse che danneggiano di meno la crescita – ha spiegato a Radio Rai Padoan – sono proprio quelle sulla proprietà, come l’Imu».
Ma il Pdl non molla, tanto da legare il tema alla tenuta stessa della maggioranza. Ci sono le promesse elettorali di Berlusconi (abolizione e restituzione dell’imposta) e qualcosa bisognerà pur portare a casa. A via XX settembre i tecnici sono al lavoro per trovare le coperture ed evitare la stangata post estiva con l’Iva. Da sola, l’imposta sui consumi – rinviata di qualche mese – per quest’anno vale circa due miliardi, cui si devono sommare i quattro dell’Imu, ed evitare così che a settembre gli italiani si ritrovino a pagare la rata per intero. E poi, spiegano dal Dicastero, solo la certezza di non dover saldare in autunno spingerebbe le famiglie a spendere.
Ieri Letta è stato prudente, spiegando che trovare le coperture «è difficile». Per il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato più facile toglierla a terreni agricoli, capannoni industriali e centri di ricerca. C’è poila Tares, la nuova tassa sui servizi comunali, anch’essa rimandata (pare a dicembre), ma non si sa bene in che forma ritornerà. Anche la cassa integrazione in deroga rimane un capitolo aperto. Il Governo ha trovato le coperture, ma come segnalato dai sindacati, i soldi ci sono fino all’autunno, poi bisognerà trovare altre risorse. A quel punto non si potrà più rinviare.