Nelle Marche il settore edilizio è in difficoltà più che nel resto d’Italia: negli ultimi cinque anni hanno chiuso 3mila imprese e sono stati bruciati 12mila posti di lavoro. C’è l’ombra della crisi dietro la tragedia che si è consumata ieri in contrada Molini Girola, vicino Fermo. Un imprenditore edile ha freddato a colpi di pistola due ex operai della sua ditta, la “Gianluca Ciferri movimento terra”. Le vittime sono Mustafa Neomedim, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26 anni: entrambi kosovari, in possesso di regolare permesso di soggiorno, erano due dei tanti nuovi disoccupati prodotti dal crollo del mercato immobiliare. La scorsa estate erano stati licenziati da Gianluca Ciferri, 48 anni, padre di tre figli e titolare di una impresa edile che da generazioni costruisce case nel Fermano. I due operai si erano rivolti al giudice e poi ai sindacati. Rivendicavano stipendi arretrati di un anno e mezzo fa. Ieri mattina si sono recati, armati di piccozza, nella villa di Ciferri per chiedere il pagamento della somma dovuta. I toni della discussione si sono subito alzati di fronte alle richieste dei due. L’imprenditore ha prima contestato le cifre pretese da Neomedim e Valdet, la lite si è trasformata in una colluttazione e quando Ciferri ha visto la piccozza, è corso in garage per prendere una pistola calibro 38 regolarmente denunciata, insieme ad altre armi tra cui due fucili. Si vivono attimi di grande concitazione. Due colpi raggiungono Neomedim, che muore nel cortile della villetta. Altri due feriscono Valdet, uno al torace e l’altro di striscio. L’uomo corre verso una villa vicina, percorre 200 metri. Poi si accascia al suolo, in un campo di girasoli. Soccorso dalle ambulanze chiamate da Primo Frollo, vicino di casa di Ciferri, muore in ospedale.
Interrogato per ore dai carabinieri, l’imprenditore si è difeso dicendo di aver risposto a un’aggressione: «Ho agito per legittima difesa, volevano uccidermi».
Nel giardino della villa sono stati trovati altri due bossoli andati a vuoto. Il pm ora dovrà disporre le autopsie e l’interrogatorio della madre di Ciferri che, pochi attimi prima che il duplice delitto venisse consumato, si era affacciata ed era stata aggredita verbalmente da Neomedim e Valdet.
Il segretario provinciale della Cgil di Fermo, Maurizio Di Cosmo, era a conoscenza della situazione dei due operai: «Non avevano più i soldi per mangiare, vivevano una condizione drammatica», ha confidato al Corriere della Sera. Prima di recarsi a casa dell’imprenditore, avevano cercato di ottenere giustizia per via legale: «Le richieste dei due lavoratori erano state diverse, reiterate e non ascoltate», ha proseguito Di Cosmo. E ha poi aggiunto: «Questo dramma è frutto di uno stato di crisi che ha coinvolto molte piccole aziende edili, sconquassando la tenuta sociale dei territori. La storia di queste due persone che non riuscivano più a mettere insieme nemmeno i soldi per mangiare deve far riflettere l’intera comunità, le istituzioni locali, il governo. Serve un cambio di passo reale».
Valerio Dardanelli