BUDAPEST- “L’Ambasciata italiana sapeva delle condizioni in cui versava mia figlia. Aveva partecipato ad almeno quattro udienze”. Così Roberto Salis, padre di Ilaria, accusa gli ambasciatori italiani in Ungheria, dopo l’annuncio del ministro degli Esteri Antonio Tajani di aver convocato l’ambasciatore ungherese. Decisione che arriva a poche ore dalle immagini che hanno indignato le istituzioni e la politica italiana. Lunedì 30 gennaio, durante l’udienza del processo, Ilaria Salis è stata trascinata nell’aula del tribunale di Budapest con mani e piedi legati. Un’immagine che apre un dibattito sull’aderenza delle misure detentive in Ungheria, paese membro dell’Unione europea e in quanto tale obbligato al rispetto della normativa comunitaria in materia.
Le accuse
La maestra brianzola, 39 anni, che si è sempre dichiarata innocente, è accusata di lesioni nei confronti di due neonazisti lo scorso febbraio. Non solo, a Salis viene anche contestata l’appartenenza al gruppo estremista di sinistra Hammerbande, che si raduna per dare la caccia di neonazisti.
La detenzione e il processo
La donna è da 11 mesi detenuta nel carcere di Budapest e proprio da lì, ha denunciato le condizioni di detenzione “disumane” tra topi, cimici, scarso cibo, vestiti sporchi e nessuna telefonata alla famiglia. Una condizione rivelata lo scorso 12 ottobre attraverso una lettera ai familiari. “Fino a quella data non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia”, ha detto il padre che martedì 30 gennaio incontrerà l’ambasciatore italiano in Ungheria.
Il processo a suo carico è stato rinviato al 24 maggio. Salis, che ha rifiutato il patteggiamento a una pena di 11 anni di detenzione, rischia fino a 24 anni. Il legale di Salis ha chiesto i domiciliari in Italia, in attesa del giudizio, a causa delle pessime condizioni detentive ungheresi.
Il dibattito politico e la richiesta dei domiciliari
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha convocato l’ambasciatore ungherese alla Farnesina. Sui Social, Tajani, ha chiesto al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti previsti dall’Ue. “Questa volta si è ecceduto, gli avvocati devono chiedere gli arresti domiciliari in Italia”, ha detto il ministro in un’intervista a Radio Anch’io.
Concorde anche il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. “Per il caso Salis potrebbe essere applicata la Decisione quadro del 2009 del Consiglio Europeo sulle misure alternative, come i domiciliari. Tuttavia, il quadro risulta controverso”. Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si sta attivando per riportare a casa la donna e fare chiarezza.
La richiesta di un’informativa urgente e le dichiarazioni di Lollobrigida
Mentre dai banchi del Movimento 5 stelle arriva la richiesta di un’informativa urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le immagini di Ilaria Salis in catene davanti ai giudici ungheresi vengono commentate così dal ministro dell’Agricoltura ed esponente di FdI, Francesco Lollobrigida: “Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto”.