Riformare il quadro normativo dell’Unione Europea nell’era digitale, per garantire la retribuzione dei creatori di contenuti utilizzati dalle grandi piattaforme internet. E’ questo l’obiettivo della proposta di direttiva sul diritto d’autore al voto domani al Parlamento europeo.
I punti chiave sono di due articoli, l’11 e il 13. Il primo, soprannominato “Link Tax”, vuole proteggere i contenuti giornalistici in caso di diffusione in rete, rendendo obbligatoria la remunerazione degli editori da parte dei colossi digitali che postano i contenuti sul web. L’altro, invece, quello sullo stop al download dei contenuti protetti dal diritto d’autore, prevede che siano firmati “contratti di licenza con i proprietari dei diritti”.
Se passerò il voto, partirà la trattativa con il Consiglio Ue per definire le norme. Senza il sì, come riporta Il Messaggero, la riforma non potrà essere conclusa entro l’anno prossimo, quando scadrà l’attuale legislatura. «Si rischia di non parlare di riforma del diritto d’ autore per diversi anni – ammette l’eurodeputata Virginie Rozière del gruppo socialista – e questo sarebbe un problema dal momento che l’ultima direttiva è del 2001».
Grande attenzione da parte di editori, giornalisti e anche giganti del Web (come Google, Facebook o Amazon) non favorevoli alla normativa. “Siamo in guerra: si sta attentando al diritto d’autore – spiega il presidente della Siae Mogol -, responsabili sono le multinazionali piene di miliardi. Ma spero tanto che vinceremo: loro hanno i miliardi e fanno attività di lobbying, noi abbiamo ragione”.