Una terra in cui convivono “inferno, paradiso e purgatorio”. È questa Castel Volturno per Edoardo De Angelis, il regista che con “Il vizio della speranza” porta quella stessa terra al cinema il prossimo 22 novembre.
Lì dove sono stati girati negli ultimi anni tanti film di successo (da Gomorra agli Indivisibili, da Perez all’Imbalsamatore, da Dogman a Mozzarella Story), De Angelis racconta la vita dannata della giovane Maria, interpretata da Pina Turco. È una figlia di nessuno che fa da “assistente” ad una sfruttatrice di prostitute nigeriane, costrette a vendere i loro figli.
Il tema dell’immigrazione risuona come un grido: a Castel Volturno gli stranieri sono 30mila, contro i 15mila castellani e molti vivono in condizioni di disagio e disperazione.
In questa cittadina campana, ha spiegato De Angelis all’Ansa, “gli aborti clandestini sono all’ordine del giorno e li fanno anche con sistemi assurdi”. E ha aggiunto: “In fondo ciò che racconto qui è un distillato degli incontri di uomini e donne che ho conosciuto. Non posso dire esattamente quello che mi è rimasto dentro, probabilmente lo capirò dopo. Questo per me è un racconto arcaico”.
Quello che il regista ha abitato e descrive nel film, infatti, è un ambiente meticcio che affascina per il suo splendore e il suo dramma. Il pubblico della Festa del Cinema di Roma ha già consacrato la pellicola come la migliore della rassegna e all’International Film Festival di Tokyo sono arrivati i riconoscimenti per la miglior regia e la miglior protagonista.
Intanto ieri, a Caserta, il governo firmava il protocollo d’intesa contro i roghi tossici nella Terra dei Fuochi, dove si trova Castel Volturno. Per De Angelis bisognerebbe intervenire partendo dalla “pulizia dei canali inquinati che contaminano tutto il territorio. Questa terra va salvata con questo primo atto”.