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Il vertice Letta-Berlusconi allontana le ombre sul governo delle larghe intese: “Incontro cordiale e positivo”. Via libera del Cdm al Dl occupazione

di Claudio Paudice26 Giugno 2013
26 Giugno 2013

Ben tre ore a colloquio. Un incontro “cordiale e positivo”, quello tra Enrico Letta e Silvio Berlusconi, avvenuto all’indomani della sentenza del processo Ruby. Allontanate quindi, almeno per ora, le ombre che si addensavano sul governo delle larghe intese. Il timore che i sette anni inflitti in primo grado dal Tribunale di Milano avessero ripercussioni sulla tenuta dell’esecutivo e della maggioranza sembra più lontano. Ufficialmente il presidente del Consiglio e il leader del Pdl hanno parlato di economia in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì.

Non è escluso tuttavia che durante la cena si sia affrontato anche il tema giustizia. Di certo i due hanno parlato di Iva e lavoro: sulla prima c’è stata l’intesa per il rinvio della tassa sui consumi a settembre, a patto che si trovi un miliardo di euro per ammortizzare il mancato incasso da parte dello Stato. Sul fronte lavoro, pure sembra esserci l’accordo tra Letta e Berlusconi.

Il Consiglio dei ministri di questa mattina ha confermato quanto emerso dal vertice di ieri. Licenziato il decreto legge che contiene le misure a favore del lavoro con uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi. Il testo prevede un incentivo per i datori di lavoro fino a un massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. La bozza è fatta di dieci articoli. L’incentivo è istituito in via sperimentale ed è destinato ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni: l’ammontare complessivo è pari a 800 milioni di euro e corrisponde al 33% della retribuzione mensile lorda complessiva, per un periodo di 18 mesi, “ed è corrisposto unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, fatte salve le diverse regole vigenti per il versamento dei contributi in agricoltura”. Il presidente del Consiglio si è detto certo che il pacchetto potrà “aiutare l’assunzione di 200mila giovani italiani con una intensità maggiore nel centro-sud, ma con un intervento che riguarda l’intero Paese”. “Puntiamo a dare un colpo duro alla piaga della disoccupazione giovanile”, ha aggiunto. Il pacchetto lavoro, ha sottolineato ancora, “mi consentirà di andare in Europa a fare la battaglia contro la disoccupazione giovanile”.

Quanto al colloquio di ieri sera, Letta si è detto “soddisfatto” di come è andato: il premier avrebbe chiarito che è stata una buona discussione sull’Europa, sul tetto del 3% e sul rilancio dell’economia e anche la lunghezza dell’incontro pare dimostrare che non c’è volontà di rompere. Nessuno strappo da parte del Pdl, dunque, ma nemmeno una strada tutta in discesa per il governo. Durante il faccia a faccia a Palazzo Chigi, cui hanno partecipato anche Angelino Alfano e Gianni Letta, ci sono stati momenti di chiarimento su alcuni nodi, a cominciare dai temi economici. Stando alle indiscrezioni, l’ex premier ha tenuto il punto sostenendo che il Pdl non può arretrare su alcune misure ritenute ineludibili, contenute nel programma elettorale sul quale il Cavaliere ha ottenuto milioni di voti.

Berlusconi, dunque, anche grazie al lavoro di mediazione svolto da Gianni Letta e Alfano, non ha tirato la corda come invece gli avevano chiesto di fare i ‘falchi’ del suo partito, ma non si è spinto nemmeno oltre nel garantire l’appoggio incondizionato del suo partito all’esecutivo.

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