In Venezuela prosegue la protesta popolare contro il governo chavista di Maduro che da ormai tredici giorni imperversa nelle piazze fra scontri e cortei; da settimane studenti (in particolare liceali e universitari) lottano contro un sistema governativo che in pochi mesi ha portato il paese al collasso economico. Arrestato anche dai militari maduriani il generale della Resistenza Ángel Vivas, che si è fatto trovare sul balcone di casa con camicia scozzese e giubbotto antiproiettile mentre gridava «Non mi avrete, servi di Cuba!».
Dopo l’ennesima morte violenta che ha visto spegnersi, dopo 24 ore di agonia, la miss Turismo Genesis Carmona colpevole solo di aver partecipato ad una delle tante manifestazioni in piazza, non sembra avere fine la scia di sangue che, con squadroni governativi corazzati e barricate dei rivoltosi alzate, riempie ogni strada del Venezuela; il governo in carica auspica che la bufera passi, che il complotto con in testa l’oligarchia venezuelana sfumi e le piazze tornino pacifiche. Ma le voci che incitano alla liberazione di un paese minacciato, censurato e vittima di una crisi al momento insuperabile si moltiplicano e prendono forma anche nelle dichiarazioni dell’altro leader dell’opposizione, Henrique Capriles che chiede la scarcerazione degli arrestati, un paese senza censura e senza violenza paramilitare.
Proprio Capriles spinge, sprona i ragazzi a non mollare le redini della protesta, e insegna loro a difendersi, a non scegliere la notte come momento per la lotta perché più facile bersaglio di cecchini. Il paese reagisce alla repressione, si ribella, fra pratica e virtualità: è sul web già da qualche giorno il video realizzato dalle altre Miss Venezuela che ricordano la Carmona, chiedendo a gran voce l’attenzione dell’intera comunità internazionale.
Elisa Mariella