Il sovrintendente della Scala di Milano Dominique Meyer ha le idee chiare su come riaprire i teatri italiani in sicurezza: bisogna vaccinare “tutti gli artisti che non possono portare la mascherina” come cantanti, coristi, attori di prosa, fiati e ballerini. L’appello lanciato ieri al governo è arrivato dopo che un falso allarme all’interno del teatro ha mostrato la fragilità delle condizioni di chi opera nello spettacolo. Durante i consueti controlli anti-Covid, infatti, 45 artisti e lavoratori sono risultati debolmente positivi. Tuttavia, il tampone di controllo ha dato esito negativo per quasi tutti, tranne due persone.
Rimane da chiarire come questo errore si sia potuto verificare, considerato che il teatro ha sempre agito col massimo rigore. I protocolli di sicurezza sono stati messi a punto con Giuliano Rizzardini, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco, e prevedono tamponi con cadenza regolare e frequente. Ma il sovrintendente non si è sbilanciato in valutazioni o accuse. Quello su cui si è concentrato è il disagio che l’episodio ha provocato: non solo per chi pensava di avere il Covid, ma anche per tutte le persone a loro vicine. Inevitabilmente, anche la programmazione del teatro ha risentito del blocco, anche se temporaneo, dei lavori.
La proposta fatta da Meyer non è solo per la Scala, ma è per “tutti i teatri d’opera, di prosa e per le sale da concerto”. Anche perché quello della Scala non è l’unico caso di falso focolaio. Stessa cosa è accaduta anche sul set del film sui Gucci con Lady Gaga a Gressoney, dove su sedici persone trovate positive, soltanto un caso è stato poi confermato. La soluzione, quindi, non può essere che la vaccinazione: la riapertura dei teatri è fondamentale per “la salute della società”, ma per fare questo bisogna “creare le condizioni di sicurezza” per i lavoratori.