ROMA – Rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio. Si è pronunciato così il giudice per l’udienza preliminare di Roma Maddalena Cipriani in merito alla vicenda che vede protagonista il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, accusato di aver diffuso il contenuto di alcuni documenti sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis. Una decisione che innalza il clima già di tensione tra governo e magistratura. Il processo comincerà il 12 marzo.
Evoluzione del caso
La vicenda ha radici nel gennaio del 2023, quando Delmastro consegnò al deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, nonché coinquilino nella vita privata, dossier riservati sul caso dell’anarchico Cospito. Nelle carte era riportato il contenuto di alcune conversazioni tra Cospito e detenuti di camorra e ‘Ndrangheta, anche loro al 41 bis, avvenute nell’ora d’aria nel carcere di Sassari. Il 31 gennaio Donzelli utilizzò quei documenti per un intervento alla Camera in cui attaccò quattro deputati Pd che erano andati a visitare l’anarchico durante lo sciopero della fame contro il regime di carcere duro.
L’indagine venne avviata dalla procura dopo la denuncia presentata dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli, che chiedeva ai magistrati di verificare la violazione del segreto. Quando al 17 febbraio lo stesso Delmastro fu convocato a Piazzale Clodio, negò qualsiasi violazione perché “l’atto non era secretato”, in accordo con il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Nel luglio scorso il gip Emanuela Attura ritenne Delmastro responsabile del reato in quanto, essendo anche avvocato penalista, non poteva ignorare la riservatezza degli atti. Infine, è stata respinta dal gup Cipriani la richiesta, avanzata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, di non procedere con l’imputato, che adesso è chiamato a processo nel 2024.
Le reazioni
Delmastro, intervistato dalla trasmissione “Stasera Italia” su Rete 4, ha negato di aver violato il segreto d’ufficio: “Non ho dato le carte a Donzelli. Ho risposto a una domanda, non mi potevo trincerare dietro una segretezza che non c’era”. Rivendica, anzi, la sua azione: “Sono straordinariamente fiero di non aver tenuto sotto segreto un fatto di gravità inaudita, cioè che terroristi anarchici in combutta con criminali mafiosi tentassero di fare un attacco concentrico al 41 bis” e aggiunge che non si sarebbe mai aspettato un rinvio a giudizio.
Pd, Movimento 5 stelle e Verdi-Sinistra chiedono le dimissioni del sottosegretario e i democratici chiedono di calendarizzare una mozione di sfiducia, ma lui rimane fermo: “Non mi dimetto”.
L’adunanza al Csm
Intanto questa mattina, si è tenuta la seduta straordinaria del plenum del Consiglio superiore della magistratura, presieduta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la partecipazione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Al centro dei discorsi la necessità di una sempre più forte collaborazione tra magistratura e governo. Al termine del plenum il ministro Nordio e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli hanno ribadito assieme il clima positivo, costruttivo, e di proficua collaborazione.