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HomeEconomia Il sì alle case green. La svolta del Parlamento Ue. Transizione entro il 2033

Il primo sì alle case green
La svolta del Parlamento Ue
Transizione entro il 2033

Entro fine giugno il testo definitivo

Picchetto: "Risultato insoddisfacente"

di Samuele Avantaggiato15 Marzo 2023
15 Marzo 2023
case green

Bosco Verticale | Foto Ansa

STRASBURGO – Una svolta europea per rendere le strutture pubbliche e private più sostenibili. Una direttiva importante – che arriva direttamente dalla plenaria di Strasburgo con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti – approvata il 14 marzo, con l’obiettivo di migliorare entro il 2033 il livello delle classi energetiche. Si tratta del testo provvisorio sulle case green, l’Energy Performance of Buildings Directive, che potrebbe diventare definitivo già alla fine di giugno.

Cosa prevede la direttiva

La prima scadenza è fissata al 1° gennaio 2030, data entro la quale tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe E. Mentre tre anni dopo sarà necessario progredire alla D. Ma per far sì che ciò avvenga è necessario ridurre i consumi energetici del 25%, intervenendo attraverso la realizzazione dei cappotti termini, sostituendo gli infissi, installando pannelli fotovoltaici e nuove caldaie a condensazione. L’ambizione dell’Unione è arrivare a zero emissioni entro il 2050.

Nuovi immobili ed esenzioni

Gli edifici di nuova costruzione avranno l’obbligo di certificare l’assenza di emissioni solo a partire dal 2028, mentre per quelli di proprietà o gestione pubblica la scadenza è anticipata al 2026. Ogni stato può avvalersi della facoltà di esentare fino al 22% del totale degli immobili presenti su ciascun territorio nazionale. Sulla spinosa questione delle sanzioni, le decisioni spetterebbero a ogni governo ma rimane univoca per tutti l’automatica perdita di valore degli immobili non a norma.

Un testo “insoddisfacente”

“La direttiva ‘case green’ della Commissione non è condivisibile per i vincoli perentori che impone. Ancora di meno è accettabile la posizione approvata dal Parlamento europeo, che la irrigidisce ancora di più, ponendo addirittura vincoli individuali sulle proprietà”. Sono queste le parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Picchetto Fratin, rilasciate in un’intervista al Corriere della Sera subito dopo l’approvazione della direttiva. Ma è fiducioso del fatto che si possa presto trovare un accordo di revisione.

L’appoggio dell’opposizione

Dopo le critiche dei partiti di maggioranza, l’opposizione ha espresso fiducia sull’approvazione del provvedimento, passato anche grazie ai voti delle delegazioni italiane di Pd, M5s, Verdi e Renew (Terzo Polo). Un testo “equilibrato”, così com’è stato definito anche dall’eurodeputato e capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, Brando Benifei, in cui sono state inserite numerose deroghe proprio per consentire a ciascuno stato di affrontare la transizione entro il 2033 nel modo migliore possibile.

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