Una vera e propria “battaglia navale” ha riacceso le tensioni tra Russia e Ucraina. A scatenare il conflitto ieri mattina è stato il sequestro, da parte della guardia costiera russa, di tre navi ucraine che transitavano attraverso lo stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d’Azov. Proprio su quello stretto, qualche mese fa è stato inaugurato il ponte che collega la Russia alla Crimea, la penisola che nel 2014 è stata invasa dall’esercito di Putin e annessa in seguito a un’occupazione militare e a un controverso referendum.
Sebbene un trattato del 2003 definisca lo stretto di Kerch come “acque territoriali condivise”, il Servizio di sicurezza federale di Mosca ha giustificato il gesto spiegando alle agenzie di stampa locali come le navi abbiano mantenuto la rotta “attraversando senza autorizzazione acque russe” con lo scopo di “creare una situazione di conflitto nella regione”. Pesanti le accuse che arrivano da Kiev. Secondo una ricostruzione della Marina ucraina, le navi russe, informate in anticipo del passaggio, avrebbero deliberatamente speronato un rimorchiatore ucraino e poi sparato contro due delle navi, ferendo due membri dell’equipaggio. Le imbarcazioni sono poi state sequestrate dalla guardia costiera di Mosca.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko, dopo la riunione di emergenza convocata ieri sera con i più alti gradi militari del Paese, ha annunciato che oggi chiederà al Parlamento di dichiarare la legge marziale, precisando che “l’Ucraina non ha in programma di fare la guerra a nessuno”. In un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è stato inoltre concordato un incontro straordinario della Commissione Nato-Ucraina. Intanto la Russia, tramite la voce del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, chiede agli alleati occidentali di intervenire e “dare una calmata” alle autorità ucraine specie contro “coloro che vogliono mettere a segno punti politici prima delle elezioni presidenziali”.
In mattinata a Leopoli è esplosa la rabbia di alcuni manifestanti di estrema destra, che hanno bruciato diversi pneumatici davanti al consolato russo in segno di protesta.