WASHINGTON – “È l’inizio della liberazione dell’America”. Con queste parole il presidente americano Donald Trump il 26 marzo ha annunciato i dazi del 25% sulle auto importate. Le tariffe saranno applicate a partire dal 2 aprile, ma i mercati ne hanno già risentito.
Stellantis sbanda, male anche i marchi tedeschi
Dopo l’annuncio, in borsa il settore dell’auto cede il 3,3%. Tra le case automobilistiche a Piazza Affari, Stellantis cede il 5,3%. Male anche Mercedes (-5,5%), Bmw (-4,5%), Volkswagen (-4%) e Porsche (-4,9%). Contiene le perdite Renault (-0,6%).
Costruttori Usa protestano contro l’aumento dei prezzi
Protestano i grandi costruttori automobilistici americani. Per i quali è cruciale che le tariffe non facciano “aumentare i prezzi per i consumatori”. Lo hanno dichiarato Ford, General Motors e Stellantis tramite un comunicato dell’associazione professionale dei costruttori americani (AAPC).
Europa, risposte a due facce
I dazi sulle auto “sono una pessima notizia” per la vice presidente della Commissione Ue per la transizione giusta, Teresa Ribera. “Ci dispiace che l’amministrazione americana stia giocando contro il buon funzionamento del mercato globale. Dobbiamo capire in quali termini esattamente vogliono metterli in atto ma siate certi che risponderemo di conseguenza”, afferma. La Germania è tra i Paesi che rischiano di subire maggiormente la scure dei provvedimenti trumpiani. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck fa sapere che l’Unione europea deve “rispondere con fermezza”. Più pacata la reazione del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che si mostra fiducioso nella possibilità di risolvere la questione attraverso la diplomazia. Stessa linea del governo britannico, che, attraverso la Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, ha affermato di non voler “intensificare” le guerre commerciali.