L’ultima trave, la diciannovesima, viene posizionata a mezzogiorno davanti agli occhi del premier Giuseppe Conte e della ministra dei Trasporti Paola De Micheli. Ci sono anche il sindaco Marco Bucci e il governatore ligure Giovanni Toti. Le sirene del cantiere suonano per salutare la fine della cerimonia e l’inizio di una rinascita per Genova, che dà anche un segnale a un Paese fermo da due mesi a causa di un nemico invisibile.
Dopo il crollo del Morandi nell’agosto 2018, che portò alla morte di 43 persone, la città ha un nuovo ponte e, per il momento, volta pagina. Nella notte la struttura, vestita ieri della bandiera di San Giorgio, in origine simbolo della Repubblica di Genova, è stata illuminata con i colori della bandiera italiana.
“Lo Stato non ha mai abbandonato Genova – ha detto Conte – Questo è il cantiere dell’Italia che sa rialzarsi e che dà una luce di speranza a tutto il Paese”. Il premier ha poi aggiunto: “Ci impegneremo al massimo perché tragedie del genere non si ripetano più”.
L’architetto Renzo Piano, bloccato a Parigi per le limitazioni attualmente in vigore dovute al virus, l’ha definita “un’opera nata da un grande lavoro collettivo e realizzata in tempi molto brevi”.
“L’inaugurazione definitiva avverrà nel mese di luglio. Non vediamo l’ora”, ha annunciato il sindaco e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, che ha anche esaltato il ‘Modello Genova’. I prossimi mesi saranno dedicati al completamento del manto stradale e all’importante fase dei collaudi.
Le indagini per trovare i colpevoli del crollo andranno per le lunghe, tra migliaia di documenti e intercettazioni da analizzare. Gli indagati sono 74 in tutto. In ballo c’è anche la questione concessioni autostradali e la possibile revoca per Atlantia.
Il nuovo ponte è lungo 1.067 metri. Giovanni Toti lo descrive come “un simbolo dell’Italia che non si arrende, della Liguria che non si è mai fermata nonostante tutto, portando nel cuore le 43 vittime del Ponte Morandi. Nulla consolerà le famiglie che hanno perso i propri cari, ma spero che la risposta delle istituzioni possa in parte mitigare il loro dolore”.
