È stata pubblicata l’Esortazione post-sinodale sull’Amazzonia scritta da Papa Francesco. Sono tanti i punti toccati dal Santo Padre nel documento: “Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa. Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana. Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste. Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici”. Sono i “quattro grandi sogni che l’Amazzonia mi ispira”, spiega il pontefice. Ad ognuno di questi sogni, è dedicato un capitolo.
Forse non rivoluzionaria ma certamente importante la parte dell’Esortazione in cui il Papa afferma che “c’è necessità di sacerdoti, ma ciò non esclude che ordinariamente i diaconi permanenti, le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità e che maturino nell’esercizio di tali funzioni grazie a un adeguato accompagnamento”. Il Pontefice invita anche a “raccogliere nella liturgia molti elementi propri dell’esperienza degli indigeni nel loro intimo contatto con la natura e stimolare espressioni native in canti, danze, riti, gesti e simboli”.
Sottolinea poi la scarsità dei luoghi e dei funzionari religiosi in una zona talmente ampia: “Nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia – prosegue -, specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro. Un forte ruolo è riconosciuto alle donne: “Ci sono comunità che si sono sostenute e hanno trasmesso la fede per lungo tempo senza che alcun sacerdote passasse da quelle parti. Questo è stato possibile grazie alla presenza di donne forti e generose che hanno battezzato, catechizzato, insegnato a pregare, sono state missionarie, e per secoli hanno tenuto in piedi la Chiesa in quei luoghi.” Altrettanto rivoluzionario, l’invito alle donne a “poter accedere a funzioni e anche a servizi ecclesiali che non richiedano l’Ordine sacro e permettano di esprimere meglio il posto loro proprio”.