“La verità è mite. La verità è silenziosa. L’unica strada è quella del silenzio e della preghiera”. Sono le parole utilizzate ieri da Papa Francesco, durante la messa a Santa Marta, per parlare dell’eterna lotta tra bene e male. Difficile non pensare a una replica indiretta del Pontefice alle accuse mosse da monsignor Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti. È una lotta dello spirito contro le tentazioni, ha spiegato Francesco, che Gesù ha vinto contro il diavolo che “aveva seminato la menzogna nel cuore”.
“Di fronte a ogni avversità il Papa reagisce dicendo che l’importante è fare ciò che ci chiede il Vangelo”. Così in un’intervista, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualterio Bassetti. Nonostante le denunce che il Papa stesso ha fatto del fenomeno pedofilia non si placano dunque le accuse contro di lui. Per questo l’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, continua a chiedere le dimissioni del pontefice. La colpa sarebbe quella di aver ignorato le informazioni sugli abusi sessuali commesse dell’ex cardinale di Washington Theodore McCarrick ai danni di seminaristi e minori. “Ho incontrato – ha dichiarato Bassetti – il Santo Padre recentemente e l’ho visto molto sereno”.
Papa Francesco nei giorni scorsi ha invitato i giornalisti a leggere quanto scritto da Viganò nel suo dossier di accuse. L’ex nunzio punta il dito contro 38 tra vescovi, arcivescovi e cardinali. Si tratta dei più stretti collaboratori di Bergoglio. Non solo. L’accusa di aver taciuto è rivolta anche ai due pontefici che lo hanno preceduto sulla cattedra di Pietro: San Giovanni Paolo II e il Papa emerito Benedetto XVI. Ma è Francesco, l’unico ad aver sanzionato in modo pesante McCarrick, che appare come il vero obiettivo del clamoroso comunicato di Viganò.